WhatsApp, un antifurto
Boom in tutto il Comasco

L’inchiesta. Spopola la solidarietà di vicinato 2.0: più di 30 gruppi censiti

I numeri più significativi tra Canturino, Erbese, cintura urbana e Olgiatese

In principio furono i furti. Poi vennero le ronde. Tornarono i furti. E vennero le camicie verdi. Ancora furti. E ritornarono le ronde. E poi c’è stato l’anno del grande saccheggio. Che nessuna statistica ufficiale restituirà mai nella sua reale drammaticità.

Sì, il 2015, che ha visto torme di ladri passare al setaccio le case del Comasco, svuotando sistematicamente gli appartamenti delle città, gli alloggi delle periferie, le case dei paesi, le ville nelle località residenziali.

Un assedio senza precedenti portato avanti da un circo barnum di varia umanità fatto da ladri acrobati, ex militari dell’Est, professionisti del crimine e disperati pronti a tutto.

E la gente, incredula, si è trovata ad assistere allo sciamare a macchia di leopardo di autentiche bande, che mettevano a ferro e fuoco quartieri e paesi prima di dirigersi altrove in cerca di nuovi bottini.

C’è chi si è difeso da solo, mettendo mano al portafogli, comprando sistemi d’allarme all’avanguardia, tapparelle in acciaio autobloccanti, mettendo inferriate alle finestre, affidandosi alle società di vigilanza. E c’è chi ha scoperto un modo diverso ed originale di utilizzare le nuove tecnologie e i social network.

Sul giornale in edicola, la mappa della provincia sorvegliata grazie a WhatsApp e Facebook.

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