Accoltellata dal fidanzato
Valentina uccisa per gelosia

Il delittoMarco Campanaro l’ha colpita con dodici fendenti: arrestato Le grida sentite dalla vicina: «Lasciami stare, non farmi male». Poi il silenzio

«Lasciami stare, non farmi male». L’ultimo filo di voce, un’ultima speranza. Ma per Valentina Di Mauro la speranza, purtroppo, era finita. L’ingiustificabile rabbia del fidanzato Marco Campanaro si era sfogata in quella dozzina di pugnalate inferte con un coltellaccio da cucina in quella che, da un paio d’anni, era diventata la loro casa.

Valentina avrebbe compiuto 34 anni il prossimo 21 novembre. Da un paio d’anni si era fidanzata con Marco, 37 anni, operaio magazziniere che lavorava per una nota maison d’alta moda in Svizzera, e dagli inizi del 2021 si era trasferita nella casa del compagno, un appartamento al primo piano in via Giacomo Leopardi 9, a Cadorago.

Mai si sarebbe aspettata una scenata di gelosia improvvisa, all’alba. Sfociata in violenza. In omicidio.

L’aggressione

Valentina Di Mauro e Marco Campanaro, domenica, erano andati a Vertemate con Minoprio per cenare in un ristorante. La serata era andata benissimo, tutto tranquillo, ed erano tornati a casa a dormire insieme a Jack, il cagnolino pinscher di 7 anni che era del papà di Marco e che ora viveva insieme a loro.

Alle 4.30 del mattino, però, come da lui stesso raccontato agli inquirenti dopo l’arresto, Marco Campanaro si è svegliato e ha avuto d’improvviso un attacco di gelosia, convinto che nei giorni precedenti la donna lo avesse tradito. Si è alzato dal letto, si è diretto in cucina e li ha preso un coltellaccio, con una lama lunga una ventina di centimetri. Brandendo l’arma ha quindi svegliato Valentina, accusandola del tradimento. «Confessa, tu mi tradisci». La giovane, terrorizzata, avrebbe anche provato a spiegarsi, ma il compagno era ormai accecato da quella sua idea fissa. E l’ha colpita con il coltello.

La donna è riuscita comunque ad alzarsi dal letto e ha provato a difendersi con le braccia, tanto che sono stati trovati almeno un paio di tagli profondi al braccio. Poi ha provato, con la forza della disperazione, a scappare in bagno. Ma non c’è stato nulla da fare. Marco Campanaro l’ha colpita ripetutamente, almeno una dozzina di volte, soprattutto alla schiena. E poi ha infierito sul corpo senza vita della giovane, cercando addirittura di tagliarle la gola.

Una lite furiosa. Le urla dell’operaio di Bregnano e le grida disperate della vittima hanno svegliato i vicini di casa. Una donna che abita esattamente sopra di loro scende per capire quello che stava accadendo. Ha sentito così le urla dell’uomo che stava infierendo sulla fidanzata, e la flebile voce di lei che chiedeva di lasciarla stare. La vicina ha battuto i pugni contro la porta, per farlo smettere, poi ha chiamato i carabinieri: erano le 4.53.

L’arresto

Quando la pattuglia è arrivata, nel giro di pochissimi minuti, nella casa c’era un silenzio assordante. La quiete dopo la tempesta. I carabinieri sono saliti al primo piano e hanno suonato il campanello: Marco Campanaro, con indosso solo un paio di slip e con il corpo ancora insanguinato, ha aperto la porta. Dopo l’omicidio era tornato a letto.

La scena che si è presentata ai militari era terribile. Le macchie di sangue, il corpo senza vita di Valentina, il coltello da cucina appoggiato su una mensola del bagno. E lui, Marco, che si stava rendendo conto di quello che aveva fatto. L’arrivo dei soccorritori del 118 con l’ambulanza della Croce Rossa di Lomazzo e l’automedica partita da Cantù è servito solo a constatare ufficialmente la morte. Le indagini, coordinate dal Pm Mariano Fadda, sono affidate ai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Cantù, comandati dal tenente Diego Bonavera, e i militari della stazione di Lomazzo.

La vita di Valentina Di Mauro è finita per mano della persona che amava. Lei gli era stata vicina in questi anni, lo aveva aiutato a superare il suo dolore: Marco Campanaro, infatti, usciva da un periodo buio, con la perdita della madre, 9 anni fa, e poco dopo del padre. Eventi che lo avevano segnato, ma lei, dall’animo buono, che da Varese dove lavorava come colf, badante e baby sitter si era trasferita a Cadorago, al suo fianco, lo aveva aiutato.

Ora Marco Campanaro potrà riflettere su quanto fatto: portato prima in caserma a Lomazzo, dove ha ammesso le sue responsabilità, e poi in carcere al Bassone, aspetta di essere interrogato dal Giudice per le indagini preliminari nelle prossime ore. L’accusa è di omicidio volontario, ma la Procura sta valutando anche la possibilità di contestare l’aggravante della crudeltà.

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