Case di riposo, sta tornando la normalità
Ma è allarme conti a Bregnano e Lomazzo

Il direttore delle Rsa chiede ristori per il settore: «Con 50 posti liberi perdiamo centomila euro al mese, ovvero più di un milione all’anno»

«Con 50 posti liberi perdiamo 100 mila euro al mese, il momento è delicato» spiega Paolo Agnesi, direttore delle case di riposo di Lomazzo e Bregnano.

Entrambe le Rsa sono sempre covid free e hanno già iniziato ad accogliere nuovi ospiti, sono anche nuovamente possibili le visite dei parenti, sempre svolte naturalmente nel rispetto di tutti i protocolli di sicurezza .

Ha riaperto i battenti dallo scorso febbraio il Centro Diurno di Bregnano ed è sempre in funzione quello di Lomazzo, e anche qui vi sono dei posti disponibili.

I dipendenti sono vaccinati come pure gli ospiti, a alcuni di coloro che sono arrivati nelle ultime settimane si è anche proceduto a inoculare la seconda dose del vaccino.

L’altra faccia della medaglia del grande lavoro svolto, sono ora i numerosi posti vuoti, anche a seguito del blocco degli ingressi che era stato disposto nei mesi scorsi. «Nelle ultime settimane sono arrivati complessivamente una cinquantina di nuovi ospiti» prosegue Agnesi, che gestisce la casa di riposo di Lomazzo, con 159 posti e quella di Bregnano, che ne ha invece 66, con in tutto 215 dipendenti.

«Attualmente abbiamo però una cinquantina di posti liberi e i conti sono presto fatti, al momento perdiamo di fatto circa 100 mila euro al mese quindi un milione e 200 mila euro l’anno. C’è poi da ricordare che 2/3 dei nostri ricavi derivano appunto dalle rette, mentre un terzo dal Sistema sanitario nazionale». «Ci siamo intanto rivolti al presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi e all’onorevole Chiara Braga – conclude Agnesi - per avanzare la proposta che nei prossimi ristori si tenga conto delle tante difficoltà che anche le case di riposo come le nostre si sono trovate ad affrontare».

Ganluigi Saibene

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