Cronaca / Olgiate e Bassa Comasca
Domenica 29 Dicembre 2019
Gaetano va in pensione
Il Comune saluta
il suo “aggiustatutto”
Lurate Caccivio Festa in municipio con colleghi e giunta «Ho preso la vita con il sorriso, mai uno screzio»
Ultimi giorni di lavoro per Gaetano Gandolfo, per 19 anni al servizio del Comune di Lurate Caccivio come operaio manutentore.
Con la fine dell’anno andrà in pensione, con quarant’anni di contributi e 65 di età. Si congeda dal Comune dove ha svolto metà del suo percorso professionale, il resto nel settore privato. Assunto come operaio specializzato in idraulica, la sua versatilità e capacità professionale a 360 gradi lo hanno ben presto trasformato in un “tuttofare”.
Dove c’era un problema – alle scuole, in municipio, al cimitero, per le strade, o nei parchi cittadini – immancabilmente veniva chiamato lui a risolverlo. Non a caso il sindaco Anna Gargano nel salutarlo e ringraziarlo ha detto: «Le mura del Comune risuoneranno sempre del tuo nome. Prima ancora di ricoprire il ruolo di sindaco, lo avevo conosciuto e ne avevo apprezzato la grande disponibilità, capacità e gentilezza da insegnante, quando veniva a scuola ogniqualvolta c’era un problema. Lo ringrazio per l’ottimo servizio reso alla comunità di Lurate Caccivio».
Merito anche della sua educazione e cordialità. «Ho sempre preso la vita con il sorriso – sostiene Gandolfo - Mi piaceva arrivare cantando e fischiettando e salutare con un sorriso le persone che incontravo. Sono contento che il mio operato sia stato apprezzato». Ora si dedicherà ancora di più alla famiglia. «Mi sarebbe piaciuto lavorare ancora, però ho raggiunto l’età della pensione ed è giusto lasciare il posto ad altri – dichiara Gandolfo – Farò il nonno a tempo pieno, ho quattro nipotini. Mi piace viaggiare; vorrei acquistare un appartamento a Tenerife dove trascorrere qualche mese all’anno, impegni familiari permettendo».
Nell’attesa di viaggiare per altri lidi, la giunta gli ha fatto dono di un orologio contapassi, mentre i colleghi di uno smartphone, che non possedeva, perché bastava chiamarlo “Gaetano” e lui arrivava.
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