Grandate e Colverde, emergenza finita
«Diserbante nell’acqua, resta il mistero»

L’acqua è tornata potabile però Legambiente chiede chiarezza sulle competenze e sulla presenza della propazina negli acquedotti

Acqua al diserbante, due casi in poche settimane preoccupano i residenti, tanto che Legambiente chiede chiarezza su controlli e verifiche. È in ballo tranquillità dei cittadini circa la bontà di quanto quotidianamente esce dai rubinetti di casa e che si utilizza per cucinare, lavare frutta e verdura, ma anche da bere e per irrigare gli orti.

I recenti casi di acqua non potabile per inquinamento prima a Gironico (fine luglio) e poi a Grandate (l’ordinanza di divieto di utilizzarla per fini alimentari è stata revocata martedì scorso), hanno messo sul chi va là i cittadini dei due paesi e c’è anche chi si chiede quale garanzia si potranno avere in futuro .

In entrambi i casi nell’acqua non è stato trovato un agente batterico che si può più facilmente debellare bollendola, bensì un agente chimico, la propazina, un elemento presente nei pesticidi e nei diserbanti.

«A nostro avviso Ats, Arpa e i gestori dovrebbero pubblicare la serie storica dei controlli eseguiti sul territorio evidenziando se e quando sono stati cercati e analizzati in passato pesticidi nell’acqua e con quali esiti» dice Enzo Tiso di Legambiente Como.

E aggiunge: «Vista la vicinanza temporale e geografica dei due episodi è altresì necessario che venga eseguita una campagna straordinaria di campionamento ed analisi per la ricerca di diserbanti ed altri pesticidi in tutti i pozzi della provincia».

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