Il traffico dei profughi
a cavallo del confine
lungo le vie del contrabbando

Due migranti nascosti nel lavatoio di Uggiate E altri provano a entrare in Ticino usando i valichi minori. Attraverso i boschi o dal cancello della ferrovia turistica

Due uomini rannicchiati in un angolo contro la parete del lavatoio, immersi nel sonno, niente intorno, né un sacchetto, né una coperta: è la fotografia di Patrizio Miglierina, pubblicata sul gruppo “Uggiatesi” di Facebook, ripresa da altri siti e corredata da molteplici commenti.

Gli interrogativi si sono concentrati sull’identità dei due sconosciuti e l’ipotesi prevalente punta ai profughi che potrebbero aver cercato la via dei boschi di confine, nell’area delle Terre di Frontiera, per raggiungere il Canton Ticino dove chiedere asilo o inoltrarsi verso il Nord Europa, poiché i valichi ufficiali come Ponte Chiasso sono presidiati e insuperabili.

La pressione lungo le vecchie piste del contrabbando, su indicazione dei nuovi “spalloni” di esseri umani, è un fenomeno atteso da queste parti ed è atteso anche dalla Svizzera, tanto che i movimenti notturni dei droni sono sempre più frequenti e sensibili sulla zona: ogni notte, più volte per notte, i piccoli velivoli sorvolano la “frontiera verde” per intercettare sconfinamenti di migranti dall’Italia. I due sconosciuti che dormivano al lavatoio potrebbero proprio essere migranti che avrebbero tentato di entrare in Svizzera da Somazzo, valico pedonale segnato da un cancello aperto ai lati.

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