Cronaca / Olgiate e Bassa Comasca
Sabato 16 Luglio 2016
Inchiesta paratie
Gilardoni e Ferro,
già fissato il processo
Richiesta di giudizio immediato nei confronti di sette indagati nell’ambito dell’inchiesta paratie L’ex direttore dei lavori sul lungolago davanti al giudice a novembre. Con lui Ferro, Viola, Foti e Ferrario
La Procura della Repubblica di Como ha chiesto il giudizio immediato per sette degli indagati coinvolti nell’indagine sulle paratie, sfociata a inizio giugno - come ormai sanno anche i muri - nell’esecuzione di quattro ordinanze di custodia cautelare. Davanti al giudice - e in base a una formula che non prevede il passaggio dall’udienza preliminare - compariranno il prossimo 24 novembre Pietro Gilardoni e Antonio Ferro, entrambi dirigenti comunali, il primo direttore dei lavori il secondo responsabile di tutto il procedimento lungolago, con gli imprenditori Giovani Foti - titolare della omonima srl di Bulgarograsso - e Roberto Ferrario. Stessa sorte per Antonella Petrocelli, ex segretaria comunale del Comune, attualmente impiegata a Roma, accusata del reato di “turbata libertà del procedimento di scelta del contraente” (in relazione ai noti frazionamenti di incarichi), e per Ciro Di Bartolo, funzionario del settore Reti e impianti (presunta turbativa connessa all’assegnazione dell’incarico di progettazione della nuova rete fognaria di Sant’Agostino).
L’ultimo dell’elenco è Antonio Viola, già direttore dei lavori e dirigente dell’ufficio Reti (in altre parole il predecessore di Gilardoni), accusato di corruzione in relazione al tentativo di “scongelamento” della pratica Peltrera, la stessa per la quale Gilardoni è finito indagato con Ferrario per corruzione.
Dal decreto di giudizio immediato restano esclusi altri tre indagati eccellenti, gli stessi per i quali la Procura (pm Pasquale Addesso) aveva opposto ricorso dopo essersi vista respingere dal gip tre provvedimenti cautelari: si tratta dell’avvocato Maria Antonietta Marciano, responsabile dell’ufficio legale del Comune, dell’imprenditrice Gloria Bianchi, titolare dell’omonima impresa di costruzioni accusata di concorso in abuso d’ufficio (la Procura voleva gli arresti domiciliari per entrambe), e dell’ingegnere torinese Virgilio Anselmo, destinatario di una richiesta di interdizione dall’attività di ingegnere per il tempo di un anno.
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