L’abbraccio del campione europeo
Anzani: «Grazie ai miei genitori»

Bizzarone, «A 16 anni mi hanno fatto andare a Treviso, hanno avuto coraggio e la mia vita è cambiata»

Il primo abbraccio dopo la vittoria agli Europei di volley è stato con la madre Paola, poi le foto con i suoi irriducibili tifosi tra cui il padre.

«L’abbraccio con mia mamma – racconta Simone Anzani, 29 anni, il “vecchietto” della nazionale – significa tutto perché sono stati i miei genitori che hanno avuto il coraggio quando avevo 16 anni di lasciarmi andare a Treviso e iniziare una nuova vita. Questa vittoria è in gran parte merito loro e in quell’abbraccio c’è il mio “grazie” a loro che ci sono sempre stati sia nei momenti difficili sia in quelli di gioia».

Lunedì con la Nazionale incontrerà il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente del Consiglio Mario Draghi. Poi riceverà anche un premio dalla Federazione per il maggior numero di muri nello scorso campionato vinto con la Lube.

«Dietro alla vita di uno sportivo ci deve essere anche una famiglia – commentano i genitori Alberto e Paola – siamo sempre stati vicini a Simone, ma ora c’è la sua compagna Carolina che lo sostiene molto. Quando avevano chiuso i palazzetti per la pandemia non siamo più riusciti a seguire Simone, ma in Polonia siamo andati con i suoi zii e l’amico di famiglia Stefano Bardella».

«La vittoria è stata un’emozione grande - aggiungono - anche perché mai ci saremmo immaginati che arrivavano in finale non perché non avevano le qualità, ma perché era una squadra molto giovane – continua - dopo i mondiali di Tokyo è stato cambiato tutto e si è dimostrata una squadra forte che si è preparata in trenta giorni con tanto affiatamento e Simone con i suoi 29 anni era il più grande, con il suo carattere altruista ha fatto un po’ da chioccia sostenendoli sempre».

«Hanno vinto tutte le partite - raccontano rivivendo l’europeo - e quando sono andati in semifinale per noi anche il terzo posto andava bene. In finale pensavamo al secondo posto, ma al tie break è stato un sogno e la cosa bella è che avevamo gli spettatori polacchi che tifavano per noi. Quando abbiamo vinto abbiamo pianto, riso tanto che è stata una gioia che non si può dire grande, ma immensa».

L ’amico e grande tifoso Stefano Bardella: « Seguirli dal vivo è stata tutta un’altra cosa e passo dopo passo la vittoria è arrivata grazie alla mano dell’allenatore Ferdinando De Giorgiche prima di tutto è un comunicatore che sa trasmettere tranquillità e serenità ai giocatori. Simone lo conosceva già perché è stato il suo allenatore al Civitanova per un anno e da subito l’ha considerato un punto fermo per la Nazionale – precisa – i serbi e gli sloveni quando sono stati sconfitti sono stati dei veri signori che hanno battuto le mani per l’Italia e questo è lo sport».

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