«Le confidenze di un anziano?
Io ne ho fatto una canzone»

Il ventenne Davide ha raccolto in casa di riposo la storia di Luigi: «C’è grande bellezza ad ascoltare una persona che ha vissuto così tanto»

Racconti di vita trasformati in canzoni. Tra le iniziative del progetto GenerAZIONI@ComUnità c’è anche quella che coinvolge il circolo Arci Magic Bus (scuola di musica moderna) e il Gruppo Pensionati Insieme, che in collaborazione con la Casa di Riposo di Olgiate Comasco, ha permesso l’incontro tra i senior della struttura e i ragazzi della scuola di musica con la finalità di far tesoro dei ricordi delle persone anziane e utilizzarle come ispirazione per scrivere delle canzoni.

L’anziano e il giovane

Tra i giovani partecipanti del progetto c’è anche l’appena ventenne Davide Bianchi che ha abbracciato ben volentieri questa proposta e confessa: «Io che non ho nessun parente in casa anziani, sarà stata forse la seconda terza volta che entravo nella struttura… inizialmente ero intimidito ma è bastato poco per sentirmi a mio agio, anzi mi sono sentito proprio bene; il mio percorso è iniziato ascoltando la storia del senior Luigi e poi ho scritto una canzone per lui e di lui».

Questa esperienza musicale tra giovani e anziani prende piede grazie al sostegno degli insegnanti di Magic Bus, Mauro e Fabrizio Settegrani e Mirko Soncini, che hanno coinvolto diversi studenti della scuola di musica a partecipare; difatti insieme a Davide hanno partecipato anche: Greta Ghielmetti, Lorenzo Uslenghi, Marco Molteni, Nastassia Cattaneo, Gloria Abati, Irene Abati, Dario Sussarello.

I senior si sono trovati diversi ragazzi pronti ad ascoltarli a voler conoscere le loro vicende e il loro percorso di vita: «Io ho ascoltato molto attentamente la storia di Luigi - svela Davide Bianchi - ho trovato che la sua storia fosse per me un grande insegnamento, lui non ha avuto una vita facile, anzi, è stata ricca di alti e bassi, eppure ammiro come lui ha vissuto e affrontato la vita. Mentre mi raccontava di quello che è il suo di mondo, mi sono ritrovato come un nipotino che ascolta affascinato le storie del nonno. Luigi è un uomo che non ha mai mollato anche adesso ha sempre il sorriso ed è pieno di vita».

Davide è stato avvicinato al progetto circa sei mesi fa, dal suo insegnante di musica Mauro Settegrani, e decide di parteciparvi: «Mi piaceva l’idea di poter scrivere una canzone ispirandomi a qualcosa di vero - dice Davide - Questo progetto mi ha dato l’opportunità di farlo. È stato anche un modo per mettermi in gioco. Io non sono un cantautore, e scrivere una canzone non è facile, è la prima volta che provo a farlo».

Davide e Luigi trascorrono del tempo insieme, dando l’opportunità ad entrambi di conoscersi sempre di più, e in poco tempo il giovane si rende conto che la vita dell’anziano davanti a lui, è una vita abbastanza complicata, ricca di alti e bassi dal punto di vista medico familiare. «Ho cercato di capire le emozioni di Luigi ed entrare un po’ nelle sue scarpe, nella sua testa… ho tentato di intuire come poteva aver vissuto le sue esperienze ovviamente sempre nell’ottica di un giovane che ascolta con rispetto la storia personale di una persona anziana».

“Il miracolo della vita”

È così che nella mente di Davide prende vita la canzone “Il miracolo della vita”. «La possono ascoltare tutti, ma questa canzone appartiene a Luigi» commenta Davide.

«Ho capito subito che dovevo impegnarmi a scrivere la canzone, dovevo dare il meglio delle mie potenzialità per rispetto di tutto ciò che mi è stato raccontato. Sai, c’è una grande bellezza nell’ascoltare le parole di una persona che ha vissuto molti anni». Una volta terminate le canzoni scritte dai ragazzi, è stato organizzato un concerto nella quale i senior potessero assistere alle performance e ascoltare il frutto di questo percorso; ad assistere all’esibizione c’era anche un commosso ed emozionato Luigi.

«Per me è stato molto appagante - rivela Davide Bianchi - Sono riuscito a scrivere una canzone che lo ha fatto sentire “vivo” e colmo di emozioni. Un testo dove lui ritrova la sua storia e il suo percorso. È un’iniziativa che rifarei, è stato qualcosa di unico… ho usato me stesso per creare un pezzo d’arte e per imparare da qualcuno, nel mio caso da Luigi».

Maria Elisa Altese

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