Marito a Uggiate e moglie in Piemonte
La nascita della figlia in videochiamata

Chloe ha aspettato tanto per vedere la luce: stava bene nel grembo della sua mamma Alessandra, ma il suo papà, Paolo Dalle Ave, era lontano quasi 200 chilometri da casa e chissà mai che riuscisse a tornare e ad assistere alla nascita della figlia.

Ma domenica sera, la sera di Pasqua, festa della luce e della vita, passati ormai dieci giorni dal termine presunto per il parto, Chloe non ce l’ha fatta più ad aspettare e s’è messa in moto. « E’ ora di nascere, vai », deve aver stabilito la natura che ad un certo punto, fa quello che deve fare.

E il suo papà era lì, in videochiamata, stringeva il telefono come se stesse stringendo le mani della sua mamma, parlava come se fosse al fianco della sua donna che soffriva, fissava lo schermo come se potesse volare con lo sguardo da Uggiate Trevano alla sala travaglio dell’ospedale di Moncalieri, dove le ostetriche si affaccendavano intorno alla partoriente.

Paolo Dalle Ave, 35 anni, è un agente della Polizia Locale Terre di Frontiera e quando, ormai quaranta giorni fa, è divampata l’epidemia da coronavirus, si è trovato di fronte ad un dilemma.

« Io devo lavorare e il lavoro che mi si prospetta sarà impegnativo – ha riflettuto – Ma sarò anche a contatto con la gente: come posso tutelare la mia famiglia? ». Perciò, ha affidato la moglie e il figlio di quattro anni, Mathias, ai suoceri, nella casa di un paese vicino a Moncalieri, La Loggia ed è rimasto in servizio nelle Terre di Frontiera. Intanto, sono sopraggiunti i giorni del parto. Se si fosse ricongiunto alla famiglia, si sarebbe dovuto mettere in quarantena volontaria a Moncalieri e poi, altri 28 giorni di quarantena al rientro al Comando, sempre che le cose fossero filate lisce.

E, pur strappandosi il cuore, ha scelto il servizio, mentre Alessandra, Mathias e Chloe restavano a 200 chilometri di distanza.