Morto a 7 anni per un tubo sporgente
«Voglio giustizia per il mio Marco»

Turate, si allungano i tempi per il processo del terribile incidente di due anni fa a Menfi: si teme la prescrizione

Turate

«Di rinvio in rinvio, si rischia che la morte di nostro figlio Marco resti senza colpevoli. La prescrizione incombe. La non corretta trascrizione di un fascicolo prima e l’emergenza Covid poi hanno portato in dote il rinvio dell’udienza al Tribunale di Sciacca sull’opposizione all’archiviazione relativa alla posizione di quattro tra tecnici e funzionari del Comune di Menfi e del libero Consorzio comunale di Agrigento (l’ex amministrazione provinciale) dallo scorso 2 ottobre al prossimo 19 marzo. Di rinvio in rinvio anche l’udienza preliminare è stata posticipata al prossimo 25 marzo. Chiediamo che si arrivi al più presto almeno al giudizio di primo grado».

La voce di papà Gualtiero Castelli è ferma e il suo ricordo corre subito a quell’assolato pomeriggio di Ferragosto di 2 anni fa, a Porto Palo di Menfi (la famiglia era in vacanza a Partanna, dai familiari della moglie), quando Marco, 7 anni, perse la vita a seguito di un tragico incidente stradale. La Nissan Qashqai di papà Marco - al suo fianco la moglie Antonella Lombardo, con Marco seduto sul seggiolino posteriore - venne centrata da una Ford Mondeo per poi finire contro una transenna a bordo strada. E un tubo di quella maledetta transenna, finito dentro l’abitacolo, causò la morte del piccolo Marco.

«Quel tubo non doveva stare lì. Sono passati due anni e mezzo e in questo periodo le indagini hanno portato pur tra mille ritardi alla richiesta del rinvio a giudizio del conducente della Ford Mondeo, del Comune (per la segnaletica stradale) e dell’ex Amministrazione provinciale, proprietaria della strada».

(Marco Palumbo)

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