Cronaca / Olgiate e Bassa Comasca
Mercoledì 24 Ottobre 2018
Multe “cancellate” ai clienti delle lucciole
A Fenegrò nei guai un terzo vigile
Tre dunque gli agenti che potrebbero nell’udienza conclusiva di novembre patteggiare la pena per vedersela ridurre fino a un terzo
Un terzo vigile è accusato di avere chiesto soldi ai clienti delle lucciole. Tre dunque gli agenti che potrebbero nell’udienza conclusiva di novembre patteggiare la pena per vedersela ridurre fino a un terzo.
Due agenti della polizia di convenzione di Guanzate che a febbraio erano stati arrestati dai carabinieri di Como in flagranza di reato con l’accusa di aver chiesto “il pizzo” ad alcuni clienti delle prostitute. Sembra che il cliente “intimidito” dalla prospettiva di dover pagare una multa salata “conciliava” con gli agenti una più ridotta e così salvava la faccia.
L’agente Giovanni Castro, 58 anni, allora dipendente del Comune di Fenegrò, e il sovrintendente Mario Verdoliva, 56, allora dipendente del Comune di Cirimido, erano stati arrestati dai carabinieri, fuori da un bar di Fenegrò con in tasca 50 euro che secondo l’accusa avevano preso dal cliente di una prostituta a cui avevano poco prima prospettato la sanzione da 400 euro prevista dall’ordinanza antiprostituzione.
Ma l’indagine non era finita: nel corso dell’incidente probatorio è stato individuato un terzo vigile, il vicecomandante Stefano Villa, 56 anni, accusato però di un solo episodio di concussione, in concorso con Verdeoliva.
Nel frattempo i due agenti finiti in manette sono tornati liberi, ma sono stati sottoposti ad un procedimento dell’ufficio disciplinare dei Comuni che ha portato al loro allontanamento dagli enti locali di appartenenza. Liberi dopo che in Tribunale a giugno si era svolto il secondo incidente probatorio, per sentire le lucciole, nel corso del quale era emerso il coinvolgimento nella vicenda, seppur in misura minore, di un terzo agente accusato per concussione in concorso.
I reati, di cui sono accusati, in misura diversa, i vigili sono: concussione, omissione di atti d’ufficio e favoreggiamento della prostituzione. Capi d’imputazione che consentono all’imputato o indagato di chiedere un patteggiamento, richiesta che deve trovare il parere favorevole del pubblico ministero affinchè il giudice possa valutarla.
C’è difatti una proposta di patteggiamento di due anni e 8 mesi per Castro, di due anni e quattro mesi per Verdeoliva e di un anno e dieci mesi per Villa. Proposta che sarà valutata nel corso della prossima udienza che si terrà a fine novembre.
Imbarazzo da parte delle amministrazioni locali che si trovano a dover fare i conti ancora con una brutta vicenda che sembra non aver fine e che continua a far discutere proprio perché riguarda gli agenti della polizia intercomunale chiamati a vigilare sul territorio di cinque Comuni. Nessun commento da parte del sindaco di Fenegrò Claudio Canobbio e neanche a caldo dal vicesindaco di Guanzate Gabriele Pagani.
Mentre il sindaco di Guanzate Cinzia Negretti dichiara di non voler entrare nel merito, ma evidenzia la sua piena fiducia nel procedimento penale.
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