Nadia soffocata con una sciarpa
Ma prima fu colpita alla testa

Una nuova ipotesi

sulla morte della maestrina

Il movente economico

resta il più probabile

Nadia Arcudi, la maestra di 35 anni di Stabio trovata morta in una scarpata lo scorso 16 ottobre fu uccisa con una sciarpa dopo essere stata tramortita con un colpo alla testa.

Questa la nuova ipotesi sulla morte della giovane donna rilanciata dal Corriere del Ticino e poi ripresa da Ticinonline: entrambi riportano come le due inchieste, quella italiana e quella ticinese, sembrerebbero concordare sulla modalità dell’omicidio commesso lo scorso 14 ottobre nella sua villetta di Stabio.

Dove probabilmente già nei prossimi giorni Michele Egli, il cognato della donna reo confesso, accompagnato dalla procuratrice pubblica Pamela Pedretti, si recherà sulla scena del delitto per ricostruire quanto accaduto quel pomeriggio di ottobre .

Contrariamente a quanto ipotizzato in precedenza, quindi, la maestrina non sarebbe stata soffocata né con un sacchetto, né con un cuscino che le avrebbero provocato l’edema polmonare che l’autopsia ha confermato essere la causa del decesso.

L’arma usata dal cognato per togliere la vita alla cognato sarebbe quindi una sciarpa.

Michele Egli non avrebbe però premeditato il delitto, che sarebbe scaturito a seguito di una discussione sul futuro della villetta di Via Cava, abitazione dove Nadia abitava con la madre, fortemente voluta dalle due sorelle.

La maestra avrebbe infatti accusato il cognato di non fare abbastanza nella mediazione tra lei e la sorella.

E questa accusa avrebbe provocato la rabbia di Egli che avrebbe dapprima colpito la donna con un colpo alla nuca e in seguito l’avrebbe strangolata con la sciarpa.

Successivamente Egli avrebbe spostato la cognata, alla quale nel frattempo avrebbe infilato un sacchetto in testa per evitare che evntuali perdite di sangue lasciassero tracce nella villetta, dal primo piano dell’abitazione al garage per metterla nel baule dell’auto. La donna, però, non era ancora morta come dimostrerebbero i lividi da trascinamento riscontrati sul suo corpo e considerati antecedenti al decesso.

Dagli interrogatori sarebbe anche emerso che il tappeto che Egli dice di aver buttato in un cassonetto nel tragitto tra Stabio e Olgiate Comasco ( dove era atteso dalla moglie e dalla suocera per una cena) non sarebbe stato usato per avvolgere il corpo della cognata. Al contrario è stato fatto sparire perché macchiato dal sangue uscito al naso della cognata probabilmente a causa del soffocamento.

Questa ricostruzione conferma come la economica rimane l’unica pista percorsa dagli inquirenti: la relazione sentimentale tra i due di cui si era parlato in più occasioni sarebbe stata esclusa definitivamente. Nella motivazione economica, comunque, non compare l’abitazione che la madre delle due donne avrebbe acquistato tempo fa proprio a Rodero, il paese dove è stata poi trovato il corpo di Nadia.
R. Cro.

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