Cronaca / Olgiate e Bassa Comasca
Martedì 07 Febbraio 2017
Olgiate: uccise Mara, libero tra un anno
«Faremo di tutto per impedirlo»
Grazie agli sconti l’omicida potrebbe lasciare il carcere già alla fine del 2018, La sorella di Tamara Monti: «Una perizia ne ha riconosciuta la pericolosità sociale»
«Adesso la nostra principale battaglia sarà ritardare il più possibile la rimessa in libertà dell’assassino di Tamara». Così Sabrina Monti, sorella di Tamara (Mara come affettuosamente era chiamata) l’addestratrice di delfini al parco Oltremare di Riccione uccisa a 37 anni dal vicino di casa il 2 febbraio 2007, con venticinque coltellate, perché infastidito dall’abbaiare del cane. Nel decimo anniversario del brutale assassinio, all’omicida - Alessandro Doto - sono stati concessi cinque giorni di libertà da trascorrere a Riccione in compagnia dei familiari.
Ma, soprattutto, alla fine del 2018 potrebbe tornare quasi libero. Prospettiva che sconcerta e angoscia la famiglia, ripiombata in un nuovo incubo.
«Un’ingiustizia», non soltanto a giudizio dei familiari della vittima, ma anche dei tanti che, oltre alla solidarietà, in questi giorni stanno esprimendo disapprovazione per premi e sconti di pena a un brutale assassino. Conteggiati gli sconti per la buona condotta (tre mesi per ogni anno di detenzione), Doto finirà di espiare la pena entro la fine del 2018. Potrebbe trascorrere l’ultimo periodo di detenzione e un successivo congruo tempo di osservazione in una comunità di recupero, alla luce delle relazioni degli specialisti per cui non persisterebbe più la condizione di pericolosità sociale.
«La sentenza si è chiusa con una perizia che ne ha riconosciuta l’elevata pericolosità sociale e il rischio di reiterazione del reato – spiega Sabrina Monti, sorella della vittima – Grazie alla seminfermità mentale ha ottenuto una riduzione di pena a meno della metà (14 anni di carcere, più tre di manicomio criminale) e, dopo soli dieci anni, miracolosamente sarebbe talmente recuperato da poter essere trasferito dalla fine del prossimo anno in una comunità, tipo casa famiglia, senza particolari controlli. Pronto a rifare quello che ha fatto a mia sorella, di cui peraltro non si è mai pentito».
© RIPRODUZIONE RISERVATA