Disabilità, confronto sui diritti: «Per garantire inclusione partiamo dal lavoro»

Il meeting Ministri delle principali potenze economiche del mondo e di altre nazioni, come Kenya, Tunisia, Vietnam e Sudafrica, hanno confrontato a Solfagnano le rispettive politiche per garantire maggiore inclusività

«Servono strategie per andare oltre l’idea che ognuno possa lavorare da solo. È la strada giusta indicata da questo G7». Così Serafino Corti, rappresentante dell’Osservatorio nazionale delle persone con disabilità, ha sintetizzato lo spirito della tre giorni tra Assisi e Solfagnano voluta dalla ministra Alessandra Locatelli. Giornata dedicata alle idee e ai progetti, al G7 per l’inclusione e la disabilità. Con sei tavoli di lavoro dedicati ai vari temi destinati a confluire nella Carta di Solfagnano, che sarà firmata oggi. Si è parlato di politica, dell’accessibilità e della prevenzione nelle emergenze, di lavoro indipendente e occupazione, di diritti per la partecipazione nella vita sociale, civile e politica, di intelligenza artificiale al servizio della disabilità e infine sport per tutti.

«Uno degli impegni che vorrei portassimo avanti - ha esordito il ministro Locatelli - è confrontarci anche all’interno del G20, per portare avanti il cambio di prospettiva che dobbiamo avere per vedere in tutte le persone i talenti e le competenze, così da investire su in ognuno». Charlotte Parmentier Lecoq, ministro francese alla Solidarietà, ha introdotto uno dei temi forti per portare avanti l’inclusione: «Le persone in situazioni di disabilità devono poter accedere a un impiego. È la condizione essenziale per essere inseriti nella società». Tema che Stephen Timms, ministro inglese alla Disabilità, ha voluto ampliare parlando anche dell’esigenza di norme che portino a «pari salario per le persone disabili. Solo così sarà più facile proteggerle».

Ma questa protezione passa anmche dai piani in occasione di eventi catastrofici. «Il tasso di mortalità delle persone con disabilità in occasione del disastro di Fukushima è stato il doppio rispetto alle persone senza disabilità» ha ricordato Nobuaki Tanaka, componente del Comitato giapponese per le politiche sulla disabilità. Il capo della Protezione civile italiana, Franco Ciciliano, ha concordato su questa urgenza, parlando della «necessità di implementare sistemi di risposta nazionale di protezione civile con attenzione alle persone fragili e con disabilità».

E poi ieri si è parlato anche della libertà di viaggiare. Così Linda Rostagno, dello Iata, l’Associazione per i trasporti aerei: «Non bisogna parlare di disabilità, ma di accessibilità. L’accessibilità si traduce in utilizzabilità. Un aeroporto può essere accessibile, ma non utilizzabile da una persona disabile. Questo va cambiato».

Così come bisogna cambiare e migliorare l’accessibilità alla vita sociale e politica. «Sul diritto di votare, di farsi eleggere, di partecipare alle decisioni pubbliche, 16 anni dopo l’entrata in vigore della Convenzione per le persone con disabilità si sta combattendo ancora» ha detto Nada Al-Nashif, commissario Onu per i diritti umani. Centrale, infine, il tema dell’intelligenza artificiale: «Dobbiamo far sì che questa tecnologia non domini le persone con disabilità - ha detto il tedesco Jurgen Dusel- ma che anzi queste persone possano utilizzarla liberamente».

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