Disperse nel Fellaria per salvare il cane: «Il fiume è pericoloso»

L’incidente Rosy Corallo e Veronica Malini sono state inghiottite dalle acque

Due donne sono disperse da ieri a mezzogiorno: sono finite insieme al cane di una di loro nel torrente Fellaria, a 2.500 metri di quota, lungo il sentiero Luigi Marson che dal rifugio Bignami (2.385 metri) conduce alla parte occidentale del ghiacciaio. Si tratta di Rosy Corallo, 60 anni di Pescate, in provincia di Lecco e Veronica Malini, 54 anni di Cernusco Lombardone, sempre nel Lecchese.

La ricostruzione

Erano con un accompagnatore di media montagna non della zona, pare proveniente da fuori provincia, e si trovavano circa 150 metri sopra la passerella in ferro con parapetti in legno che attraversa il torrente. Il Fellaria è un corso d’acqua capace di trasformarsi in poche ore da innocente ruscello a impetuoso.

È qui che il cane - probabilmente di Rosy Corallo - è finito in acqua. Loro hanno tentato di recuperarlo, ma il torrente le ha risucchiate una dopo l’altra insieme all’animale, sotto gli occhi dell’accompagnatore, che nulla ha potuto per trattenerle. Probabilmente l’istinto di salvare e proteggere il fedele amico è stato talmente forte da indurre la proprietaria a lanciarsi subito in suo aiuto. Poco dopo anche l’amica che era con lei ha fatto lo stesso.

Ma la forza del torrente è stata tale da portarle via entrambe e anche se nel punto specifico in cui è avvenuto il fatto non sembra così insidioso, poco più in basso si trasforma in un’autentica trappola: subito dopo il ponticello c’è un salto di notevole altezza, una cascata che ha inghiottito le donne e il cane. E dove ieri pomeriggio neppure i sommozzatori dei vigili del fuoco di Sondrio si sono potuti avventurare stante l’impetuosità del torrente.

Repentino

«Il Fellaria ogni giorno, soprattutto in questo periodo di forte innalzamento della temperatura, diventa particolarmente impetuoso proprio intorno a mezzogiorno - ha spiegato Giovanni Tavarnaro, gestore del rifugio Bignami, punto di partenza del sentiero Luigi Marson -, mentre al mattino fino alle 11, scorre tranquillo. Ed è incredibile come muti il suo corso nel giro di meno di un’ora. Come diventi un’altra cosa, possente, roboante. E l’incidente è avvenuto proprio nel momento di maggiore portata del corso d’acqua».

Le due escursioniste con l’accompagnatore e il cane erano passate da Tavernaro al rifugio Bignami ieri mattina per un caffè, prima di intraprendere la salita al Fellaria. Come tanti altri escursionisti che si avventurano fino al ghiacciaio in queste calde giornate estive, felici di poter compiere questa ascesa possibile a tutti - perché si tratta di un sentiero escursionistico, con solo alcuni tratti per escursionisti esperti - e di farlo insieme ad un professionista della montagna. Tuttavia, poco sotto la parte occidentale del ghiacciaio del Fellaria, alto 2.604 metri, le sorti sono mutate in un istante.

La dinamica

Non è chiaro se il cane fosse libero o al guinzaglio, come impongono le regole, in generale e in quella zona in particolare. Circostanza che tuttavia potrebbe anche non essere decisiva: l’animale infatti avrebbe potuto essere benissimo al guinzaglio. Fatto sta che, sceso al torrente per bere, il cane non è riuscito a uscirne. La proprietaria ha fatto per tirarlo a sé e riportarlo all’asciutto, ma, proprio mentre si è sporta in avanti per avvicinarlo, lo zaino che aveva in spalla si è spostato in avanti, le è salito sopra la testa con un effetto catapulta tale da farla sbilanciare e finire in acqua.

A quel punto, è stato un concatenarsi di eventi, perché l’altra donna che la accompagnava, si è precipitata in acqua nel tentativo di salvare la compagna di avventura, ma entrambe sono state portate via dalla corrente, insieme al cane.

L’allarme

L’accompagnatore ha subito lanciato l’allarme e, immediatamente, si è messa in moto la macchina dei soccorsi, con Elisondrio sul posto, l’elicottero dei vigili del fuoco proveniente da Torino, gli uomini del Corpo nazionale del soccorso alpino della Valmalenco e del Soccorso alpino della Guardia di finanza. Sono stati avvisati anche i Carabinieri, ma fino a ieri sera non sono state trovate loro tracce. Poco sotto il luogo dell’incidente è stato rinvenuto uno zaino e una bandana, null’altro.

Dal momento che i sommozzatori hanno potuto calarsi in acqua stante l’impetuosità del torrente, i soccorritori hanno percorso più volte l’intera asta del Fellaria lungo le rive, dalla diga di Alpe Gera su fino a quota 2.400. E lo stesso su e giù lo ha fatto più volte anche l’elicottero dei vigili del fuoco, senza esito. Ieri sera si stava valutando se e come proseguirà nelle ricerche anche nottetempo.

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