Cronaca
Lunedì 14 Novembre 2022
È stato alzato il tetto al contante da mille a 5mila euro. Le ragioni di una misura che fa discutere
Governo L’aumento è previsto per gennaio 2023 ed è stato presentato lo scorso giovedì all’interno del cosiddetto “decreto Aiuti quater”. Ma davvero si tratta di un’operazione che potrebbe favorire l’evasione fiscale e il lavoro nero: fateci sapere la vostra in questo sondaggio
L’innalzamento del tetto per l’uso del denaro contante era già considerato all’interno dei programmi elettorali dei principali partiti di maggioranza, ovvero Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia e come prevedibile è stato approvato a partire dal gennaio del prossimo anno, 2023. La soglia oltre la quale sarà proibito pagare in contanti passerà dunque da mille a cinquemila euro. La misura è stata presentata fin dalla campagna elettorale di quest’estate come una modalità per favorire l’economia e le imprese. Infatti, nel “decreto Aiuti quater”, è stato previsto anche uno stanziamento di 80 milioni di euro per concedere agli esercenti un credito d’imposta finalizzato al sostentamento delle spese relative ai registratori di cassa e alla trasmissione delle fatture telematiche all’Agenzia delle entrate.
Uno scontro soprattutto ideologico
La decisione del governo Meloni però fa discutere perché vantaggi e svantaggi dell’operazione sono molto divisivi. Da un lato infatti chi è contrario a questo tipo di operazione ritiene che possa favorire in maniera eccessiva l’evasione fiscale nonché la criminalità, dall’altra chi invece sostiene con convinzione la decisione parla soprattutto di libertà personale nonché di sostegno alle imprese e all’economia con l’incentivo di maggiori consumi tramite l’innalzamento del tetto per l’uso del contante.
Nel proporre questa operazione il centrodestra e in particolare la presidente del consiglio Giorgia Meloni ha parlato di un «allineamento alla media dell’Unione europea». In realtà, secondo una stima della Bce, la Banca centrale europea, nel 2021 il 49% dei pagamenti effettuati è stato realizzato tramite carte, il 22% tramite bonifici e il 20% da contrazione diretta di debito. Un mutamento nei metodi di pagamento su cui avrebbe influito molto anche la pandemia: soprattutto durante i periodi di lockdown infatti l’acquisto virtuale di prodotti ha favorito la crescita di metodi di pagamento alternativi al contante. È vero però che, secondo uno studio sempre curato dalla Bce e risalente al 2019, prima della pandemia i cittadini europei preferivano il contante come metodo di pagamento nella quotidianità nel 48% dei casi.
D’altra parte non è da escludere, anche se non esistono molti studi al riguardo, che un incentivo all’uso del denaro contante potrebbe facilitare attività illegali come il riciclaggio di denaro ed è per questo che anche a livello europeo esistono strumenti giuridici mirati a porre un tetto all’uso del contante: un sistema di controllo per chi oltrepassa i confini dell’unione con denaro contante in quantità superiore ai dieci mila euro e pone un limite, ancora una volta di dieci mila euro, al pagamento in contanti.
La situazione in Europa
Sono dodici in effetti i paesi europei dove un tetto all’uso del denaro contante esiste: si va dai 500 euro al massimo concessi in Grecia a 40 mila in Ungheria. Invece in Germania, Austria, Paesi Bassi, Irlanda, Cipro, Svezia, Finlandia ed Estonia non c’è alcun tetto fissato. Secondo i dati dell’European consumer centres network in questi paesi dove un tetto al contante non esiste non è possibile stabilire una correlazione con l’evasione fiscale che potrebbe dipendere da altri fattori, anche molto differenziati.
D’altra parte, secondo l’ormai molto citato studio di Banca d’Italia risalente al 2021 e titolato “Pecunia olet”, con l’innalzamento del tetto voluto dal governo guidato da Matteo Renzi a 3mila euro nel 2016, corrispondente un aumento dell’1% delle transazioni in contanti, ci sarebbe stata una crescita dell’economia sommersa, tra cui anche il lavoro nero, compresa tra lo 0,8% e l’1,8%. Anche in questo naturalmente, come sottolineato persino dagli autori dello studio, ci sono numerosi altri fattori da tenere in considerazione e non basta osservare unicamente l’aumento del tetto all’uso del contante e l’economia sommersa per stabilire effettivamente le conseguenze dirette di un’operazione di questo tipo.
Il riassunto della questione lo ha ben spiegato il sito di fact-checking Pagella Politica che ha spiegato come, di fatto, una risposta definitiva alla questione se il contante favorisca l’evasione e il lavoro nero o meno ad oggi non esista. Resta che, secondo alcuni studi condotti in Italia, un limite all’uso del denaro contante ha sicuramente un impatto positivo sul paese.
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