Cronaca
Mercoledì 12 Maggio 2021
Locatelli: «Coprifuoco,
c’è il margine per uno slittamento»
Lunedì la cabina di regia: I presidente del Cts: «I numeri che avremo nella giornata di venerdì serviranno per prendere decisioni compiute».
«Premesso che la scelta evidentemente spetta alla politica e, premesso che anche i numeri che avremo nella giornata di venerdì certamente serviranno per prendere decisioni compiute, credo che ci sia il margine per uno slittamento dell’orario di restrizione dei movimenti più in là. Poi se saranno le 23 o le 24 è scelta che spetta al Governo».
Lo ha spiegato Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità (Css) e coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts), ad Agorà, su Rai Tre, in merito alla riduzione dell’orario del coprifuoco. Rispetto all’uso delle mascherine, ha precisato, «meglio continuare a metterle per ora, poi quando arriverà il momento ci emanciperemo anche dalle mascherine». Mentre, ha concluso Locatelli, «potremo tornare a abbracciarci quando avremo percentuali più alte di vaccinati, fino a oggi il 28% della popolazione italiana ha ricevuto almeno una dose, e quando avremo una circolazione più ridotta del virus».
Già dal monitoraggio della prossima settimana potrebbero cambiare i parametri che definiscono i colori delle regioni, a partire dall’Rt, ma non c’è ancora l’accordo nella maggioranza su coprifuoco e riaperture, con il centrodestra in pressing per accelerare la ripartenza di tutti i settori ancora fermi e cancellare il «tutti a casa» alle 22 e l’asse LeU-Pd a ribadire la necessità di mantenere una linea di prudenza e gradualità nelle scelte in modo che le riaperture siano irreversibili, come lo stesso presidente del Consiglio Mario Draghi ha più volte ribadito. Il risultato è che la cabina di regia politica per il «tagliando» alle misure in vigore che Lega, Forza Italia e Iv volevano entro questa settimana è stata fissata dal premier lunedì ed è probabile che l’unica decisione che verrà presa è il posticipo del coprifuoco alle 23. Ma resta il rebus di quando scatterà la modifica del tutti a casa, con Salvini in prima fila per chiedere che già da martedì la misure diventi operativa. Ma intanto gli effetti dello stallo si sono visti nel vertice a palazzo Chigi. Ad introdurre il tema delle riaperture e del coprifuoco sono stati innanzitutto la ministra degli Affari Regionali Mariastella Gelmini, il collega della Lega Giancarlo Giorgetti e la titolare di Italia Viva Elena Bonetti.
Ma il dossier è stato messo sul tavolo quando Draghi aveva già lasciato la riunione ed era rimasto solo il sottosegretario Roberto Garofoli. Una mossa, quella del premier, che ha tagliato sul nascere ogni possibile discussione anticipata rispetto ai tempi immaginati da palazzo Chigi. Del resto, già nelle scorse ore dalla sede del governo filtrava la linea della prudenza, confermata dalla decisione del premier di convocare la cabina di regia lunedì e non venerdì arrivata in serata. Una scelta che si lega anche alla necessità di avere dati epidemiologici ’utili’ per poter fare le giuste valutazioni. Quelli che arriveranno venerdì, infatti, non forniranno ancora una fotografia piena degli effetti delle riaperture decise il 26 aprile ma solo dei primi giorni. Ma il pressing dei partiti è forte e non è da escludere che il dossier possa emergere nel corso del Cdm chiamato a dare il via libera al nuovo decreto sostegni. Il centrodestra insiste infatti e per alzare il pressing presenta al Senato una mozione firmata da tutte le forze politiche, Lega, Forza Italia, Udc e Cambiamo: via il coprifuoco, è la richiesta, anticipare le riaperture previste per giugno e luglio, dunque ristoranti al chiuso, palestre, parchi tematici, fiere, convegni e congressi, consentire l’organizzazione di eventi e cerimonie dando il via libera al settore del wedding, aprire gli stadi al pubblico e i centri commerciali nel fine settimana.
Sul tavolo del Governo c’è poi un’altra partita ed è quella della modifica dei parametri che definiscono i colori delle Regioni. Basare il nuovo modello di valutazione del rischio contagio sull’incidenza dei casi Covid, mantenendo l’impostazione a 4 colori, con altrettanti livelli di rischio legati a incidenza, e mantenimento dei tassi di occupazione dei posti letto. Sarebbe questa - a quanto si apprende - la proposta del Governo alle Regioni. La zona rossa scatterebbe con oltre 250 casi Covid su 100mila abitanti, arancione tra i 150 e i 250 casi, gialla tra i 50 e 150 casi, bianca fino a 50 a casi. Ma il passaggio in zona rossa avverrebbe anche se il livello di occupazione di area medica ospedaliera e area intensiva arrivasse rispettivamente al 40% e al 30%.
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