Cronaca
Martedì 01 Ottobre 2024
Maria, a 80 anni il primo lancio con il paracadute
La storia Un regalo di compleanno indimenticabile:«La discesa è diventata quasi una passeggiata nell’aria, 15 minuti con lo sguardo che poteva spaziare a distanze che sembravano infinite»
«La prima sensazione non è mica tanto piacevole. Senti freddo, l’aria tagliente, il vuoto. Poi, appena si apre il paracadute, diventa tutto bello, tranquillo e molto più rassicurante».
Appena Maria Sombra ha toccato terra nel campo di volo di Casale Monferrato, domenica scorsa, è esploso l’applauso di figli, nipoti e marito che l’aspettavano. Non un applauso di circostanza, perché l’impresa di Maria è stata davvero eccezionale: quel lancio, il primo della sua vita, era il regalo per i suoi 80 anni.
«Li ho compiuti l’anno scorso - spiega - e finalmente mi sono decisa. Ieri era una bella giornata, siamo andati a Casale Monferrato con tutta la famiglia e devo dire che è stato un lancio fantastico».
Il regalo però non è stato una sorpresa: «No, prima mi avevano chiesto se avevo voglia di provare questa esperienza, e ho detto di sì. Mi conoscono, sapevano che non mi sarei tirata indietro anche se, pur essendo abbastanza sportiva, non avevo mai affrontato prove del genere».
Non è esatto: vero che non si è mai lanciata nel vuoto, ma Maria - originaria dell’Argentina e titolare del ristorante Don Segundo Sombra di Prestino, dove tuttora lavora - non è nuova a imprese eccezionali: l’anno scorso, a 79 anni, si è laureata in Mediazione interlinguistica e interculturale all’università dell’Insubria.
Un risultato raggiunto dopo aver conquistato con tanti sacrifici - tra il trasferimento a 40 anni dall’Argentina, il matrimonio, quattro figli e un ristorante da condurre - prima il diploma di scuola media e poi quello superiore.
Donna tostissima, alla quale tutta la famiglia (il marito Rocco Pizzico, i figli Mariano, Carlos, Patrizio e Mabri, i nipoti Marcello, Martin, Guendalina, Cecilia, Olivia e Selena) hanno voluto rendere omaggio con un dono altrettanto singolare.
«Il momento peggiore? Quando si apre il portello e a 4.200 metri di altezza devi saltare nel vuoto, con il paracadute chiuso, in caduta libera. C’era l’istruttore con me, ma devo ammettere che ho avuto un po’ di paura».
Poi quando, il paracadute si è aperto, la discesa è diventata quasi una passeggiata nell’aria, 15 minuti con lo sguardo che poteva spaziare a distanze che sembravano infinite. Davvero un’esperienza piacevole».
A terra è esploso l’applauso di tutta la famiglia, riunita ad attenderla. E Maria ha potuto rassicurare la nipotina di 12 anni, probabilmente la più preoccupata di tutti, tanto che aveva preso le distanze dal regalo che il resto della famiglia aveva voluto fare alla nonna: «Ogni anno per Natale vuole che le prepari il “pesce finto” di tonno e patate, un piatto che ama moltissimo - racconta Maria - Così appena ho toccato terra le ho detto: vedi? non è successo nulla. Anche per questo Natale avrai il “ pesce finto” della nonna...».
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