Ministri e rappresentanti da tutto il mondo: «Oggi mettiamo un punto, sull’inclusione mai più retromarcia»

Primo giorno Le principali potenze economiche del mondo, protagoniste del g7, si sono confrontante anche con altri Paesi, come Kenya, Tunisia, Vietnam, Sud Africa e un rappresentante dell’Unione Europea

C’è la ministra canadese Kamal Khera, che annuncia un Canada «senza barriere architettoniche entro il 2040». E la consigliera speciale del governo statunitense per i diritti delle persone con disabilità a livello internazionale Sara Minkara, che rivolta alla piazza di Assisi, lei non vedente, esclama: «Siamo qui per esistere!». Oppure Kerstin Griese, segretario di Stato presso il ministro federale tedesco del lavoro e degli affari sociali, che ricorda come la Germania «ha nella sua Costituzione» il diritto affinché «nessuno sia escluso per la propria disabilità».

Sul palco di fronte alla Basilica di San Francesco sfilano i rappresentanti del mondo occidentale. E non solo. Tutti a ringraziare l’Italia, e la sua ministra alla Disabilità - la comasca Alessandra Locatelli - per aver pensato un G7 a suo modo storico: «Per la prima volta parliamo di persone. Noi ci troviamo, come governi, a parlare di trasporti, di ambiente, di cultura, di turismo, di tante altre cose, ma se non parliamo di persone, se non mettiamo le persone al primo posto ci indeboliamo». E quel consesso internazionale pensato soprattutto per la politica, per tre giorni, ad Assisi, diventa l’occasione per rimettere al centro gli esseri umani.

Sfilano i rappresentati dei governi del Paesi più industrializzati: il Canada, gli Usa, la Germania, ma anche la Francia (il ministro delegato presso il ministero della Solidarietà, Charlotte Parmentier Lecocq, non ha potuto essere presente all’apertura essendo arrivata solo in serata), l’Inghilterra con Stephen Timms, ministro di Stato per la sicurezza sociale e disabilità, il Giappone con Junko Mihara, ministro per le politiche della disabilità; e poi il Commissario Ue per l’uguaglianza, Helena Dalli. E l’invito è stato allargato al Kenya, con Alfred Mutua, ministro del Lavoro e della Protezione sociale; alla Tunisia, presente con Issam Lahmar, ministro degli affari Sociali; al Sud Africa, rappresentata da Sindisiwe Chikunga, ministro per le donne, i giovani e le persone con disabilità; e al Vietnam, con Nguyen Van Hoi, vice Ministro del Lavoro, Invalidi e Affari sociali.

Nei prossimi due giorni i ministri si riuniranno nel Castello di Solfagnano, a una trentina di chilometri da Assisi, per discutere e per scrivere e firmare una Carta che impegna i vari Stati sui diritti delle persone con disabilità. Ma l’accoglienza, per la prima volta in un evento G7, è stata fatta in una piazza alla presenza del pubblico. Centinaia di persone, nei giorni scorsi, si sono registrate on line per poter essere presenti nell’area della Basilica. E per poter assistere dal vivo all’evento. Uno strappo al protocollo, non l’unico peraltro: «I nostri saluti», quelli che si sono scambiati i ministri, «non sono stati composti - ha detto il ministro Locatelli - Ci siamo scambiati abbracci prima delle strette di mano, per rompere le regole».

«Oggi la storia mette un punto dopo il quale non dovremo fare più retromarcia - ha proseguito - non torneremo indietro perché siamo qua tutti insieme. La storia dà una nuova opportunità alle persone». Appello raccolto dalla consigliera Usa: «La ministra Locatelli ha messo definitivamente il tema della disabilità nella mappa del G7». Così come dall’esponente del governo sudafricano: «Cammineremo al vostro fianco, nello sforzo dell’inclusione».

Da oggi i ministri si chiudono nelle stanze del Castello di Solfagnano. Da cui domani dovrebbe uscire un documento destinato a diventare impegno concreto, nella speranza che i sorrisi e i buoni propositi si tramutino in fatti.

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