Pace Terra Dignità, un’idea di Europa: «Folle corsa alle armi: i diritti umani sono la priorità»

Verso il voto Intervista ad Anna Camposampiero, candidata per “Pace Terra Dignità” nel Nord Ovest . È nella segreteria nazionale di Rifondazione Comunista

«Dal Parlamento europeo non mi aspetto la folle corsa alle armi, cui invece stiamo assistendo». Il tema della guerra è centrale nel programma europeo di “Pace Terra Dignità” (capolista il giornalista Michele Santoro), raccontato dalla candidata milanese Anna Camposampiero.

“Pace Terra Dignità”: perché questo nome?

È un ordine cronologico e non gerarchico di priorità: se non costruiamo le condizioni per una pace duratura, non potremo avere alcun investimento per la terra. Poi c’è la dignità insita nell’essere umano che prescinde dalla condizione, dal luogo di nascita o dal reddito, ed è vincolata al tema del lavoro, per noi centrale: ci battiamo per il salario minimo e per la riduzione dell’orario di lavoro. La logica con cui abbiamo chiamato la lista è perché sia chiaro quali sono le nostre intenzioni.

Qual è il tema più urgente da affrontare in Europa?

Quello della guerra, che di solito è completamente assente dal dibattito pubblico. È tornato alla ribalta ora, per le elezioni europee, tanto che sembra di essere alle elezioni di Miss Mondo: vogliono tutti la pace.

In cosa vi differenziate?

Sono stati scelti come candidati per il Parlamento europeo figure che hanno una storia rispetto al pacifismo. Tra questi ci sono anche io: nel 2003 ero a Baghad a manifestare per la pace, ma anche pochi giorni fa sono stata a Ramallah e a Gerusalemme a incontrare le soggettività politiche che chiedono a noi europei di agire sui presupposti su cui è nata l’Europa, per farci garanti di una conferenza di pace internazionale. Bisogna costruire le condizioni economiche per evitare i conflitti.

Su cosa sta sbagliando l’Europa nella gestione delle guerre a Gaza a in Ucraina?

Come Unione europea non dovremmo fare accordi con nessuno che violi i diritti umani, ma nei fatti abbiamo sempre un doppio standard.Poi proviamo a immaginarci cosa significherebbe destinare i soldi della Bce al settore bellico: questo è quanto è stato scritto nell’ultimo documento firmato dal Consiglio europeo. Attenzione, perché l’industria militare aumenta i propri introiti ma non genera lavoro, come dimostrano i dati del rapporto “Sbilanciamoci”, sul 2023.

Perché si fa così fatica a parlare di questi temi e chi invece ci riesce, in Italia?

C’è una fascia generazionale, quella dei giovani, che non è ancora assuefatta all’idea che le guerre siano umanitarie e che la democrazia si esporti. Noi adulti invece siamo assuefatti al ruolo di gendarmi del mondo assunto dagli Usa. Ma il fatto che ci siano giovani che si indignano ancora è un segno di speranza. Vorrei allargassero lo sguardo: Gaza è l’orrore trasmesso in diretta, dietro Gaza però c’è la scelta di rompere con un sistema di libero commercio e neo liberismo che non garantisce libertà e diritti. Se si leggono così le guerre si capisce che non sono religiose.

A chi si rivolge il vostro programma per le europee?

Esiste un mondo di sinistra, quello radicale, che ha una storia di pacifismo e obiezione di coscienza e rifiuto della risoluzione dei conflitti tramite l’isteria collettiva della corsa alle armi. C’è poi una fetta dei cattolici, come il nostro capolista Raniero La Valle, che è alleata nel pacifismo. A metà maggio ho partecipato con la Rete dei numeri pari ad Arena di Pace con Papa Francesco per parlare di ambiente e disarmo. A noi poi guarda anche molta gente che non andrebbe a votare, perché ormai è disillusa.

Teme l’astensionismo e la soglia di sbarramento?

I sistemi elettorali del nostro Paese hanno allontanato le persone dalla politica, perché gli elettori e le elettrici vengono trattati come animali da soma. Queste elezioni però sono basate su un sistema proporzionale puro e c’è la possibilità di esprimere preferenze. Votare quindi sarà ancora più importante.

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