Torna l’emergenza cinghiali in Valle Intelvi: pascolo arato dopo l’incursione

La polemica E in questo periodo i cacciatori non sparano. L’associazione Trematera: «È ora di fare qualcosa»

Già nel corso dell’inverno erano scesi a valle diverse volte. E in questi giorni dove il livello di guardia si è fatto altissimo per gli attacchi del lupo a capre e pecore, ecco che torna d’attualità anche l’eccessiva presenza di cinghiali in Valle d’Intelvi.

La scorsa notte un branco di cinghiali si è spinto fino ai pascoli della Tajada di San Fedele, provocando danni al prato che appare come arato e dunque inservibile per lo sfalcio del fieno.

E all’avanzata dei cinghiali in un po’ tutta la Valle d’Intelvi va aggiunto il “silenzio” dei fucili dei cacciatori. Nell’attesa che venga nominato il nuovo presidente del comprensorio di caccia alpino delle Prealpi comasche dopo le dimissioni rassegnate da Livio De Angeli, la stagione venatoria è ferma anche perché manca la gestione della cella frigorifera nella quale conferire i capi abbattuti.

Abbattimento di controllo della Polizia provinciale

Una chiusura imprevista con il rischio che arrivi un commissario per la gestione; nel frattempo la situazione rischia di diventare più grave. Non si ferma invece l’abbattimento di controllo da parte gli agenti della Polizia provinciale come ha confermato il comandante Marco Testa «i nostri interventi sono limitati al prelievo dei capi che minacciano i centri abitati» .

In questi giorni a scendere in campo anche l’associazione di agricoltori e allevatori locali Trematera con il presidente e il suo vice Lorenzo Traversa e Ivan Manzo. «Vede quel terreno laggiù- spiega Manzoni- ecco è completamente distrutto dai cinghiali e i proprietari non hanno più voglia di rimetterlo a reddito perché a distanza di pochi giorni si ripeterebbe quanto successo in questi giorni.-I cinghiali arrivano e distruggono tutto. Siamo stanchi, e onestamente ci aspettiamo che le istituzioni facciano il proprio dovere» dicono Traversa e Manzo.

«Le associazioni animaliste smettano di protestare»

«Crediamo sia giunto il momento che le associazioni animaliste abbandonino ogni forma di protesta. Non vorremmo arrivare ad affrontare qualche incidente causato da un branco di cinghiali. Qualche giorno fa una signora di Centro Valle Intelvi stava uscendo in giardino e si è trovata faccia a faccia con un cinghiale. Facile immaginare lo spavento vissuto» aggiungono i rappresentanti “Trematera”.

Il problema non riguarda solo il pascolo ma anche il taglio del fieno visto come sono ridotti prati e campi. In Valle sono almeno tre i tagli di fieno che vengono effettuati durante la stagione estiva. Come hanno più volte richiesto le associazioni di categoria, il prelievo deve essere effettuato 365 giorni l’anno e 24 ore su 24 in aggiunta alla cattura da parte del personale addetto.

Le associazioni di categoria insieme agli amministratori del territorio più volte hanno chiesto a gran voce attenzione per tutta l’agricoltura lariana, e in particolare per quella montana, continuamente minacciata dalle invasioni dei cinghiali che rendono praticamente inservibili prati e pascoli indispensabili a chi lavora in agricoltura.

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