A Como ogni giorno 14 persone si fanno male sul lavoro. In un anno 5.200 infortuni

Sicurezza I dati Inail nel Comasco. Tra i settori più coinvolti l’edilizia, l’agricoltura e alcuni comparti industriali. L’esperto: «Serve più prevenzione»

L’anno scorso, ogni giorno, 14 lavoratori comaschi sono stati vittima di un infortunio sul lavoro. La Regione sta valutando di utilizzare i droni per svolgere attività di ispezione sui grandi cantieri. In provincia di Como sono stati denunciati 5.212 infortuni nel 2022 (5.157 nel 2021) dei quali 7 mortali (10 nel 2021), gli infortuni salgono di un punto percentuale mentre i mortali scendono del 30% rispetto a due anni fa. I numeri sono contenuti nell’Open Data Inail e sono relativi a tutto il 2022. Il totale lombardo è di 131.692 infortuni (+27% rispetto al 2021) di cui mortali 177 (+7,9% sul 2021). In Lombardia l’86% degli infortuni avviene sui luoghi di lavoro, il 14% invece in itinere, nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro.

Imparare a prevenire

«La gran parte degli infortuni sono concentrati nell’edilizia, in agricoltura e in alcuni comparti industriali – spiega Domenico Maria Cavallo ordinario di Medicina del Lavoro all’Insubria – Purtroppo gli infortuni hanno un’attività di prevenzione che si può fare solo attraverso ispezione e vigilanza. A differenza delle malattie professionali, dove l’attività del medico competente, quella che io chiamo “prevenzione documentale” ha un ruolo rilevante, nella parte infortuni non basta, se quello che viene scritto non viene poi attuato nei fatti. Non è sufficiente avere i documenti che vengono vagliati, bisogna andare a vedere sul posto come le imprese applicano o meno quello che dichiarano».

Il punto è che non ci sono abbastanza tecnici della prevenzione per mandarli in attività ispettiva e non ci sono abbastanza corsi di formazione a loro dedicati: «Dall’anno accademico 2023-2024 verrà aperto un corso di laurea anche all’Insubria, 25 posti che porteranno a cento il numero totale su base regionale per cercare di formare queste figure che adesso sono insufficienti per il turnover». Tra le soluzioni in campo anche l’impiego di droni: «Stiamo valutando a livello regionale di proporre ispezioni con i droni soprattutto sui grandi cantieri per capire se il comportamento è confacente a ciò che viene descritto». Conclude Cavallo che è anche referente regionale per il rischio chimico e fa parte dell’unità di governo della prevenzione dell’assessorato lombardo al welfare. «Il nostro mantra anche a livello nazionale è “zeromortisullavoro”, anche una sola morte è una morte di troppo, non deve essere considerata come un dato statistico. Dietro a ogni morte c’è un volto, una storia, una famiglia, una persona che per portare “il pane a casa” non vi fa più ritorno – afferma Dario Esposito sub commissario Uil del Lario – Questi numeri non sono gratificanti per una nazione come l’Italia nel 2023 e per una provincia come Como, biglietto da visita nei confronti dei paesi esteri. Davanti a questi numeri ci chiediamo come mai recentemente ci sia stato un accordo tra Ispettorato del Lavoro e presidente dei consulenti del lavoro per quanto riguarda le visite ispettive e come mai con il nuovo codice degli appalti si sia aperto alla possibilità dei subappalti a cascata, che ha tra le ripercussioni la minor sicurezza sul lavoro».

Le malattie professionali

In merito alle malattie professionali, in provincia sono stati denunciati 91 casi nel 2022 (90 nel 2021). In Lombardia 3.231, +13,2% rispetto al 2021. L’Inail le definisce «malattie contratte nell’esercizio e a causa delle lavorazioni». Rilevate dagli Open Data Inail anche il numero di denunce covid, 356 nella provincia comasca nel 2022 contro le 755 del 2021. In Lombardia si contano 25.721 casi covid denunciati nel 2022, mentre nel 2021 erano stati 11.056.

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