«A febbraio accenni di estate. Le piante sono disorientate»

Climate Change Il meteorologo Paolo Valisa (Centro geofisico prealpino) racconta il cambiamento climatico nell’area lariana

«Febbraio si è rivelato un mese di anomalie climatiche, un prolungamento di un dicembre che non sembra avere precedenti nella storia recente – afferma Paolo Valisa, meteorologo del Centro geofisico prealpino - quest’inverno, contrassegnato da temperature record, è diventato uno dei più caldi registrati da quando le rilevazioni hanno avuto inizio, nel 1967, monitorate dal Centro di Varese.

Si osserva un significativo aumento delle temperature a partire dagli anni ’80 e ’90, mentre gli anni precedenti tendevano ad essere più freschi». Risalgono invece di un trentennio le rilevazioni relative alle precipitazioni che sono state registrate a partire dal 1934, offrendo così una base storica più ampia, ma sempre inferiore al secolo.

«L’agricoltura si adatti»

Quest’inverno ha presentato un’estate anticipata, con clima caldo e secco fino a metà febbraio, poi le nevicate sono state molto abbondanti. «Questo caldo precoce ha sbloccato l’attivismo vegetativo delle piante, che potrebbe risultare dannoso per l’agricoltura. In questo scenario, per esempio, abbiamo assistito ad un fenomeno insolito: le mimose fiorite prima dell’otto marzo, un evento che non si verificava mai con questa frequenza – prosegue il meteorologo Valisa - dopo un inizio di primavera molto piovoso questa condizione si è interrotta bruscamente intorno a metà luglio, dando avvio a un’ondata di calore inaspettata. A partire dal 15 luglio, abbiamo vissuto un mese di temperature elevate, ad eccezione di brevi episodi temporaleschi. Al contrario, l’estate precedente era stata caratterizzata da una siccità estrema, con luglio che, ricordiamo, si è distinto per la sua aridità. Gli scenari futuri suggeriscono un aumento delle temperature, con inverni meno freddi e ondate di calore estive sempre più frequenti».

Di fronte a queste sfide, è importante che il settore agricolo si adatti rapidamente ai cambiamenti climatici. «Modifiche alle tecniche di irrigazione, ad esempio, dall’irrigazione a getto a quella a goccia, potrebbero mitigare l’impatto della scarsità d’acqua – suggerisce il ricercatore - le culture, come il riso, potrebbero non essere più adatte per la Pianura Padana. Tuttavia, ci sono anche opportunità: in Sicilia si stanno coltivando frutti tropicali».

Gestione dell’acqua

Preoccupano però degli episodi climatici estremi. «Per esempio si assiste a una maggiore frequenza delle piogge intense, un fenomeno che ha visto ridursi drasticamente il tempo di ritorno in un arco temporale relativamente breve. È fondamentale continuare a monitorare e affrontare queste sfide con intelligenza e preparazione – conclude il meteorologo Paolo Valisa - la gestione dell’acqua diventa essenziale, soprattutto considerando il legame diretto con le risorse idriche alpine, che stanno scemando. Questa interazione ci conduce a ulteriori eventi meteorologici estremi, alternando periodi di secchezza a piogge torrenziali, complicati da un cambiamento nella capacità dei fiumi di mantenere il flusso d’acqua».

La priorità è quindi attuare dei programmi per la buona gestione dei territori e delle risorse e prevedere invasi per la raccolta dell’acqua, ma anche un efficace monitoraggio delle zone più a rischio in caso di temporali improvvisi.

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