
Economia / Como città
Martedì 29 Aprile 2025
Affitti brevi, i proprietari ci ripensano. «Piace di più il 3+2 con cedolare al 10%»
Immobiliare Anche a Como segnali di offerta in calo dopo il boom registrato negli ultimi anni. Bocchietti (Confedilizia): «Costi esagerati: le agenzie trattengono circa il 25% degli introiti»
Como
Si ridimensiona il fenomeno delle case vacanze: dopo il picco raggiunto velocemente negli anni post Covid, ecco il che mercato detta le leggi e gli appartamenti dati in gestione per gli affitti brevi tornano agli affitti residenziali, per ora in una percentuale stimata da Confedilizia Como attorno al 10%.
«Piace soprattutto alla formula 3+2 che consente ai proprietari di godere dei benefici fiscali» spiega Claudio Bocchietti, presidente Confedilizia Como, che coglie i segnali di un primo cambiamento di direzione e un ritorno verso le locazioni tradizionali, peraltro estremamente vantaggiose vista l’altissima domanda di nuovi residenti. «Un ritorno atteso alle locazioni lunghe che ha diverse motivazioni – prosegue Claudio Bocchietti - una delle ragioni principali risiede certamente nella maggiore convenienza fiscale offerta dai contratti di locazione 3+2 con cedolare secca al 10%. Ma non è solo l’aspetto economico a guidare questa scelta».
I problemi
A Confedilizia Como raccolgono anche una certa insoddisfazione da parte dei proprietari di case a Como e nelle zone più appetibili per il mercato della locazione turistica.
«In diversi hanno segnalato degli inconvenienti per quanto riguarda la tutela e le condizioni dell’appartamento dopo la partenza dei turisti – continua il presidente dell’associazioni dei proprietatri di casa – è capitato che si siano trovati l’appartamento con diversi danni subiti da persone che non conoscevano e che hanno soggiornato magari per pochissime notti. Per questo hanno deciso di passare a una forma di affitto più lunga che permette la conoscenza dell’inquilino e quindi una maggior tutela dell’immobile».
Le esperienze negative con affittuari di breve termine, che talvolta hanno causato danni significativi agli appartamenti, spingono i proprietari verso forme di locazione più stabili che permettono un maggior controllo sulle persone in ingresso.
Un altro fattore che contribuisce a questa tendenza verso gli affitti residenziali a scapito della formula casa vacanza è legato al rapporto con le agenzie immobiliari che gestiscono gli affitti turistici.
La delusione
Claudio Bocchietti ha raccolto tra i propri associati esperienze deludenti sia in termini di ricavi sia per alcune gestioni delle spese che non sempre sono risultate trasparenti per i proprietari. «C’è chi ha fatto marcia indietro rispetto agli affitti brevi perché deluso dal rapporto con le agenzie che gestiscono le case vacanza – prosegue il presidente – queste società trattengono una percentuale che si aggira intorno al 25% a seconda degli accordi che però non sempre sono stati chiari e questo ha portato, in alcuni casi, ad aprire contenziosi tra i proprietari e le agenzie. Alla fine di questa esperienza alcuni, delusi dal rapporto con i gestori, hanno rinunciato a questa formula».
In parallelo la forte richiesta di locazioni residenziali a Como città ha fatto salire i valori tanto da renderli, se non concorrenziali con gli affitti turistici, certamente molto appetibili per le garanzie che riservano anche ai proprietari. Così si stanno ridefinendo le strategie dei proprietari e, di conseguenza, l’offerta abitativa della città.
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