«Il piano case green. Famiglie in difficoltà, serve un sostegno»

Edilizia Francesco Molteni, presidente Ance Como, interviene sulle prospettive della direttiva europea. L’investimento previsto in Italia è di 200 miliardi

Le prospettive dell’edilizia fra la nuova direttiva Case green, la rigenerazione urbana frenata dalla burocrazia, le opere pubbliche da finanziare a lungo termine e l’emergenza legata alla mancanza di personale.

Sono questi i temi portanti discussi all’assemblea pubblica di Ance che si è tenuta a Roma. Vi ha partecipato anche Francesco Molteni, presidente di Ance Como: «La parola chiave della giornata - racconta Molteni - è stata “prospettive”. Prospettive per il nostro settore, ma anche e soprattutto per le famiglie e i cittadini».

La sfida decisiva che dovranno affrontare i cittadini comaschi è legata alla nuova direttiva Case green, che impegna ogni Stato membro dell’Ue a riqualificare gli edifici per abbattere i consumi. «La direttiva finale - dice Molteni - è più morbida rispetto alla prima versione, che era votata a un ambientalismo estremizzato e quindi difficilmente applicabile in un contesto come quello italiano, con tantissimi proprietari di edifici e molte costruzioni vincolate poste nei centri storici».

La stima

Si stimano in ogni caso 200 miliardi di investimenti necessari solo per il primo step a livello nazionale. «È chiaro che questa somma non può essere sostenuta interamente dalle famiglie, né dallo Stato che arriva dall’esperienza del Superbonus 110. L’unica soluzione che vedo è trovare il giusto equilibrio tra famiglie, Stato e Ue: serve compartecipazione, tutti devono fare la loro parte per trovare i fondi necessari».

L’equilibrio è delicato. «L’esperienza del Superbonus 110 ha messo in luce le carenze dei meccanismi di incentivazione, ma anche la positività di certi percorsi che non andrebbero abbandonati. L’obiettivo finale della direttiva - risparmio energetico e riduzione della dipendenza da fonti energetiche estere - va perseguito. Ci sono due anni di tempo per trovare una nuova forma di incentivazione sostenibile e che non crei disparità».

A questo proposito, il pensiero di Molteni va all’eliminazione dello sconto in fattura. «Gli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie restano generosi, ma senza sconto in fattura le famiglie devono comunque anticipare i soldi. Questo favorisce i cittadini più abbienti».

La scomparsa dello sconto in fattura porta al blocco dei cantieri, con grossi problemi per le aziende del settore. «Si stimano 7,5 miliardi di cantieri bloccati. Il rischio è di mandare in crisi le imprese e le famiglie che non hanno colpe, hanno avviato lavori seguendo le leggi dello Stato e le incentivazioni promesse salvo poi trovarsi a fronteggiare continue modifiche normative».

Garanzia

In prospettiva, per tornare al tema dell’assemblea, altre due ombre si allungano sul settore edilizio. «In termini di opere pubbliche - osserva Molteni - bisogna capire come proseguire con gli investimenti dopo il 2026, quando si esaurirà il Pnrr che ha affrontato tematiche significative lasciando però altri ambiti scoperti. I Comuni avranno a che fare con il patto di stabilità, lo Stato dovrà garantire in qualche modo delle risorse».

Non ultima la questione del personale. «Da anni fatichiamo a trovare nuovi dipendenti, ma alla luce della natalità in calo il problema è destinato ad aggravarsi ancora di più a medio e lungo termine. È qualcosa con cui stiamo già facendo i conti, ma dobbiamo iniziare a trovare delle soluzioni prima di ritrovarci in una situazione emergenziale».

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