Avon Usa in bancarotta. L’azienda rassicura: Turate non ne risentirà

Il caso I 142 lavoratori tranquillizzati dopo il “crac” del colosso cosmetico: «Qui non cambia nulla». I sindacati: «Incontro il 27 agosto»

Avon Products ha dichiarato il fallimento, ma la a procedura volontaria di richiesta fallimentare (Chapter 11) avviata negli Stati Uniti della celebre holding di beauty non coinvolgerà Avon Italia con sede a Turate. A fine agosto è comunque previsto un incontro di chiarimento con i 142 dipendenti della sede comasca, ai quali si aggiunge un altro centinaio di persone del centro logistico e distributivo di Anagni.

Iniziative strategiche distinte

«Poiché questo processo legale coinvolge solo la holding, le attività di Avon al di fuori degli Stati Uniti non fanno parte del procedimento e non ne risentiranno – spiega una nota della Avon Italia - ciò significa che non cambia nulla per i nostri clienti, dipendenti, consulenti e altri soggetti interessati nei nostri mercati. In Avon Italia continuiamo a portare avanti le nostre iniziative strategiche e a fornire ai clienti di tutto il mondo la stessa esperienza di bellezza personalizzata che conoscono e amano». Sottolinea la differenza tra Avon Usa e Avon Italia anche un comunicato diffuso ieri Filctem Cgil Como, Filctem Cgil Varese e Femca Cisl dei Laghi: «In merito alle dichiarazioni uscite sulle più importanti testate giornalistiche inerenti la bancarotta di Avon Products, sede americana del gruppo Avon, a seguito di cause legali su prodotti a base di talco, precisiamo che l’azienda ci ha tranquillizzato in quanto Avon Italia non opera più nel mercato statunitense.

Attesa per il vertice chiarificatore

Ricordiamo inoltre che in base alle leggi italiane i controlli sui prodotti sono molto stringenti e alcune sostanze sono vietate – precisa la nota sindacale - il debito accumulato in America sarà coperto dalla società controllante brasiliana Natura & co.

Durante questo processo non cambierà nulla per i dipendenti di tutto il mondo. Il 27 agosto è previsto un incontro con l’azienda, dopo il quale avremo ulteriori aggiornamenti». L’azienda statunitense ha dovuto sostenere le spese legali per difendersi dall’accusa che il talco all’interno di alcuni suoi prodotti sia cancerogeno.

A seguito della presentazione del Chapter 11, la controllante brasiliana Natura & co si è offerta di acquistarne le attività per 125 milioni di dollari in assenza di offerte più alte. Come parte della sua offerta, la società brasiliana cancellerà 530 milioni di dollari di debiti e fornirà altri 43 milioni di dollari per finanziare il fallimento.

«Prodotti di 40 anni fa»

«In merito alle passate questioni giuridiche pendenti sulla sicurezza dei prodotti Avon, le cause statunitensi riguardanti il talco che presumibilmente avrebbe contenuto delle tracce di polveri di amianto nei prodotti Avon, si riferiscono a prodotti venduti in quel mercato prima del 2016, anno in cui Avon Cosmetics, che opera internazionalmente ad eccezione degli Stati Uniti, fu rilevata dal gruppo brasiliano Natura e Co. - precisa ancora il comunicato di Avon Italia - in particolare, si tratta di prodotti “polvere per il corpo” vendute più di 40 anni fa. Sebbene questi prodotti avessero una formulazione diversa rispetto ai prodotti Avon odierni, riteniamo che le affermazioni sulla loro sicurezza siano del tutto prive di fondamento e la holding API, fino ad oggi, si sta difendendo a tal riguardo in tribunale». Il gruppo è celebre per i suoi prodotti venduti porta a porta, con una storia alle spalle iniziata nel 1880. «Tutti i prodotti che portano il nome Avon sono stati sottoposti a una rigorosa e approfondita valutazione della sicurezza e possono essere utilizzati con fiducia – conclude l’azienda italiana - i nostri prodotti contengono solo talco di grado cosmetico, che ha il più alto grado di qualità e purezza ed è stato testato per confermare che non contiene amianto».

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