Beautiful mind a Como: la Francia la celebra

La storia Celebre nel mondo per la “teoria dei ponti” la professoressa Caramello presto in un documentario

In Francia stanno girando un documentario sulla storia di Olivia Caramello, giovane matematica di talento, con cattedra all’Insubria e a Parigi-Saclay.

«È un documentario che intende presentare la nozione centrale di topos di Grothendieck e la teoria unificante dei “ponti” ad un pubblico indistinto, illustrandone la rilevanza interdisciplinare, non solo per la matematica, ma per la scienza e la cultura in generale» spiega la professoressa Caramello.

In poche, semplici parole, cos’è la teoria dei ponti? «È una teoria che sfrutta il potenziale unificante della nozione di topos di Grothendieck per stabilire connessioni profonde tra diversi ambiti della matematica, dalla geometria all’algebra, dall’analisi alla logica. Più in generale, la teoria dei “ponti” offre metodi utili per studiare le teorie matematiche in modo dinamico ed interdisciplinare, attraverso una “moltiplicazione dei punti di vista” sulle teorie stesse. Ciò è reso possibile dallo studio dei topoi ad esse associati e dal calcolo di come gli invarianti definiti su di essi si esprimano in termini delle loro differenti presentazioni». A proposito di Grothendieck, lei professoressa ha fondato un Istituto con questo nome a Mondivì, in Piemonte. «Mondovì è la mia città natale e un luogo molto ricco culturalmente e artisticamente -. Come Istituto Grothendieck, abbiamo già organizzato a Mondovì diversi eventi di alto profilo internazionale, come il convegno inaugurale del dicembre 2022 e la quarta edizione della scuola e convegno mondiale di teoria dei topoi, che ha attratto più di 120 partecipanti da 30 nazioni e 5 continenti. Per chi fosse interessato, i video sono sul canale YouTube dell’Istituto».

Modello che dà ispirazione

Oltre a grande mente, riconosciuta eccellenza mondiale, con studi a Cambridge, Olivia Caramello è di ispirazione alle ragazze che studiano la matematica. Non soltanto per il suo talento. Anche per come ha saputo trovare il proprio spazio in un mondo accademico spesso obsoleto.

«Gli ostacoli che ho trovato non hanno riguardato in modo particolare l’Italia, bensì una tradizione matematica consolidata da circa quarant’anni, di origine anglosassone, che la mia teoria ha messo in discussione; come spesso accade nel caso di teorie innovative, i cultori della “vecchia scuola” hanno tentato di screditarmi in tutti i modi, per evitare la teoria venisse approfondita e presa sul serio. Sono riuscita a resistere facendo, innanzitutto, una netta distinzione tra la matematica e i matematici! A parte gli scherzi, una bella teoria parla da sé, attraverso i risultati che è capace di generare, non ha bisogno di premi o riconoscimenti. Ero certa che le resistenze avrebbero avuto vita breve e che, con l’arrivo delle nuove generazioni, il valore della teoria sarebbe stato riconosciuto. Certo - conclude Caramello -, in questi casi non ci si può comunque limitare ad aspettare passivamente, bisogna trovare la forza di difendere le proprie idee con rigore e lucidità».

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