Calo dei consumi e super franco. Meno frontalieri nel commercio

Confine Torna a crescere il terziario. Nel trimestre 344 permessi in più

Dopo aver leggermente segnato il passo nel primo trimestre dell’anno, il numero dei permessi “G” occupati nel terziario ticinese è tornato a crescere tra l’1 aprile ed il 30 giugno, arrivando a toccare quota 53.347, vale a dire 344 frontalieri in più occupati su base trimestrale. Altro segnale, questo, riconducibile al fatto che la nuova intesa fiscale tra Italia e Svizzera in vigore dallo scorso 18 luglio non ha fermato la “corsa” al posto di lavoro oltreconfine. Nel contesto del terziario svizzero va evidenziata la situazione del commercio, che al contrario di altri comparti - come la sanità - vede ormai da quasi 2 anni un decremento costante dei permessi “G”. L’ultimo dato parla di 11.825 frontalieri occupati nel commercio ticinese, 9 in meno rispetto allo scorso 31 marzo, ma soprattutto ben 268 in meno rispetto al secondo trimestre dello scorso anno.

Le cause di questo decremento sono anzitutto da ricondurre al segno “meno” registrato nel segmento del commercio al dettaglio, dove in un anno i permessi “G” sono passati da quota 6.440 ai 6.316 del 30 giugno scorso. Dunque il barometro del commercio al dettaglio ha segnato 124 frontalieri in meno occupati nel breve volgere di dodici mesi. In questo contesto, non può passare inosservata la cavalcata del franco svizzero che in due riprese, l’ultima delle quali culminata la scorsa settimana con un record storico, ha fatto la voce grossa nei confronti dell’euro, rendendo da un lato più robusti gli stipendi dei frontalieri, ma dall’altro incentivando - e in maniera preponderante - la spesa oltreconfine, peraltro da anni già su livelli sostenuti. L’altra variabile che ha portato ad una contrazione dei consumi e dunque dei volumi del commercio al dettaglio ticinese è rappresentata dall’impennata del costo della vita, spinta dall’ennesimo rialzo della Cassa Malati, l’assicurazione sanitaria obbligatoria.

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