Case vacanza e codice “Cin”:
già 545 in regola

Turismo Nel Comasco si sono adeguate alla misura anti abusivismo il 7,5% delle strutture recettive, contro l’11% della Lombardia

Sono a quota 545 le strutture turistiche comasche, case vacanza e B&B, che si sono già registrate nell’elenco nazionale, su un totale complessivo di 7.264, si tratta del 7,5%. Da luglio in Lombardia è infatti già possibile accedere alla Banca Dati Strutture Ricettive del Ministero del Turismo, per la registrazione delle strutture ricettive e degli immobili destinati alle locazioni brevi.

In accordo con le Regioni la nuova banca dati introduce parametri omogenei su base nazionale, con l’effetto di semplificare l’attività degli operatori, tutelare i turisti, agevolare la collaborazione tra istituzioni e imprese e tra il Ministero e le autonomie locali. Ad ogni struttura ricettiva viene associato un Cin, un Codice Identificativo Nazionale. Siamo ancora nella fase sperimentale e la Banca Dati integra solo le strutture di Abruzzo, Calabria, Liguria, Marche, Molise, P.A. Bolzano, Puglia, Sardegna, Sicilia, Veneto e, appunto, Lombardia.

In Lombardia le strutture già registrate nella banca dati regionale sono quasi 50mila e in oltre 5mila si sono già adeguate alla normativa, presto obbligatoria, registrandosi anche alla banca dati nazionale, migrando il proprio codice da Cir (regionale) a Cin. Si tratta di una media dell’11%, migliore di quella comasca.

Verso l’obbligatorietà

«Come Associazione italiana gestori affitti brevi valutiamo con favore l’avvio di una fase di test graduale sull’implementazione della Banca Dati Nazionale delle strutture ricettive e degli immobili in locazione breve e per finalità turistica – ha detto il presidente di Aigab Marco Celani - la fase di test dovrebbe garantire la possibilità per gli operatori professionali di validare il modello di una implementazione fatta in tempi molto rapidi e fornire al Ministero un riscontro sulla sua efficacia».

La Puglia è stata la prima regione dove già da giugno è stato possibile di verificare il funzionamento della interoperabilità a livello nazionale delle banche dati regionali, ora è la volta dell’Abruzzo e la Lombardia. «Vediamo con particolare favore il fatto che i Comuni potranno avere la possibilità di verificare le liste del Ministero in modo da comminare sanzioni ai soggetti che promuoveranno immobili sprovvisti di un Cin – è la posizione del presidente di Aigab - riteniamo che per combattere l’abusivismo sia fondamentale avere regole omogenee a livello nazionale, semplicità di utilizzo dei software della Pubbliche amministrazioni ed evitare il proliferare di regole a livello comunale che risultano spesso essere arbitrarie e lesive del diritto alla proprietà privata e alla concorrenza».

Il mercato in “rete”

L’ Associazione italiana gestori affitti brevi rappresenta circa 500 operatori professionali del settore, società con migliaia di dipendenti, circa 35mila case in gestione in tutta Italia e 590milioni di euro di Pil prodotto per il Paese.

L’associazione si è costituita nell’ottobre 2020 su impulso degli amministratori delegati delle principali aziende italiane che operano sul mercato del turismo professionale in appartamento, i cosiddetti affitti brevi. Costituiscono il board Marco Celani, Italianway, Michele Ridolfo, Wonderful Italy e vicepresidente Aigab, Francesco Zorgno, CleanBnB, William Maggio, Joivy, e Rocco Lomazzi con Sweetguest, tutti consiglieri dell’associazione.

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