Cecchetto alla Rodacciai Academy. «Lavorare in squadra e darsi da fare»

Formazione L’intervento del noto produttore discografico nella sede dell’azienda a Bosisio «Bisogna essere capaci di collaborare con gli altri e dalle difficoltà si esce solo con il coraggio»

Nell’ambito delle attività della Academy, lanciata da Rodacciai ed Etjca, ieri, nella sede dell’azienda di Bosisio Parini, si è tenuto un incontro con Claudio Cecchetto. La Rodacciai attribuisce grande importanza all’Academy per stimolare nuove idee, sviluppare strategie di prevenzione e mantenimento del personale e la considera un’occasione per esplorare la capacità di reinventarsi. Il protagonista ieri mattina è stato Claudio Cecchetto. Produttore discografico, disc jockey, conduttore radiofonico e conduttore televisivo, Cecchetto è conosciuto anche per essere stato il talent scout di numerosi artisti tra cui Gerry Scotti, Jovanotti, Fiorello.

In dialogo con Mauro Califano, direttore delle risorse umane di Rodacciai, e Isabella Merendini di Etjca Formazione, ha condiviso la sua esperienza attraverso la proiezione di alcuni video ed ha parlato del suo percorso professionale.

Fattori chiave

Innanzitutto, ha messo in chiaro come sia importante il lavoro di squadra: «Una persona da sola non fa mai niente, bisogna essere capaci di collaborare con gli altri. In secondo luogo, va tenuto presente che coraggio e paura non possono coesistere. Del resto quando ci sono delle difficoltà se ne esce solo con il coraggio». Per entrare nel concreto del suo lavoro di talent scout, Cecchetto ha parlato della sua esperienza: «Uno dei rischi più grandi nel nostro lavoro, come in altri ambiti, è quello di montarsi la testa. C’è sempre il pericolo di sentirsi il migliore e quello è il momento in cui si fanno solo danni. È successo a me. Da dj di una radio privata ero arrivato a presentare il Festival di Sanremo (1980). Per mia fortuna avevo un manager come Gianni Ravera, che mi ha subito ricordato di stare con i piedi per terra. Lo stesso ho fatto io con Jovanotti e tanti altri».

Talent scout

Interessante è stato anche scoprire come Cecchetto abbia fatto a scovare certi personaggi oggi di successo: «Quando vedo qualcuno che non piace a nessuno, ne sono interessato. Jovanotti non se lo filava nessuno; non erano abituati alla sua esuberanza, mentre a me è sembrata un aspetto vincente. Il tratto comune di questi personaggi, da Jovanotti a Fiorello sino a Gerry Scotti, è che si sentono realizzati se le persone si divertono».

Infine, Cecchetto ha sintetizzato l’atteggiamento professionale giusto, che può essere associato al mondo dello spettacolo, ma anche a quello del lavoro in generale: «Non bisogna mai dimenticare che quando qualcuno ti dà la possibilità di svolgere una certa attività bisogna rimboccarsi le maniche e darsi da fare. Ciascuno, insomma, deve metterci del suo. Non ci si può mai accontentare o pensare che il livello che abbiamo raggiunto vada bene per sempre. Dobbiamo sempre aggiornarci e quando è necessario essere in grado di cambiare approccio, perché ci sono cose che si possono sempre migliorare».

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