Chiusura del tunnel del Gottardo: «Più mezzi pesanti sulle nostre strade»

Trasporti Il ripristino del collegamento, dopo l’incidente ferroviario, potrebbe richiedere tempi lunghi. «Situazione aggravata dalle limitazioni in Austria e dai lavori al traforo del Monte Bianco»

«Il tunnel del Gottardo è uno snodo vitale per il transito delle nostre merci. La sua chiusura porterà a un maggior flusso di camion sul nostro confine e sulla nostra provincia». Lo afferma Giorgio Colato presidente Fai interprovinciale Como Lecco, la Federazione autotrasportatori italiana. Il 10 agosto un treno merci è deragliato mentre attraversava la galleria di base del Gottardo. L’infrastruttura è stata gravemente danneggiata, il percorso è stato chiuso e il traffico deviato. Secondo le Ferrovie federali il ripristino completo potrebbe slittare al 2024. Il settore del trasporto merci svizzero, che comprende anche Hupac, propone di utilizzare la canna non danneggiata per il traffico merci con priorità per i treni con profilo di quattro metri.

Le altre vie

A questa situazione temporanea, si aggiunge la decisione dell’Austria di limitare il passaggio di mezzi pesanti e tra un paio di settimane la chiusura per lavori di manutenzione del traforo autostradale del Monte Bianco dal 4 settembre al 18 dicembre. Il traffico rischia di andare in tilt.

«L’arco alpino è strategico per l’economia italiana – prosegue Colato - i nostri prodotti devono affrontare una percorrenza chilometrica maggiore rispetto ad altri per arrivare nel cuore dell’Europa. Le vie d’uscita come Gottardo, Brennero e Monte Bianco sono vitali». Nell’attesa che si sblocchi la situazione svizzera, c’è un altro caso che preoccupa gli autotrasportatori, la decisione dell’Austria di limitare il passaggio dei mezzi pesanti non austriaci: «Non ci sono motivi di sicurezza o legati all’inquinamento, ma solo motivi di opportunismo, hanno deciso di privilegiare i loro trasportatori in sfregio anche alla libera circolazione delle merci e delle persone. Abbiamo chiesto in merito l’intervento dell’Europa che dovrebbe occuparsi anche della difesa dei diritti di tutte le componenti dell’Europa stessa».

Secondo l’Ufficio federale di statistica, nel 2021 le merci trasportate su strada e su rotaia attraverso le Alpi svizzere hanno raggiunto il valore di 38,4 milioni di tonnellate nette, che corrisponde a più del doppio del volume trasportato nel 1981, quando fu aperta la galleria stradale del Gottardo. Sempre nel 2021, 5 milioni di veicoli stradali pesanti per il trasporto di merci hanno attraversato l’arco alpino interno, dal Fréjus al Brennero: il 53% ha utilizzato i valichi alpini austriaci, il 18% quelli svizzeri e il 29% quelli francesi.

Valvola di sfogo

«La via diretta del Gottardo è una valvola di sfogo che abbiamo sempre definito strategica. La sua chiusura porterà a un maggior flusso di camion sui nostri territori. Occorre che con la Svizzera si facciano “patti chiari e amicizia lunga” perché fino ad adesso il tunnel ferroviario è stato finanziato anche da noi trasportatori con la tassa sul traffico pesante, vogliamo che questi corridoi di transito siano salvaguardati». Colato si rivolge anche alle amministrazioni territoriali: «Questo maggior flusso di traffico non deve essere considerato una iattura, ma un’opportunità. La stima degli introiti, tra accise e dazi doganali, vale circa 600milioni di euro che la provincia di Como consegna allo Stato. Se si riuscisse a tenere sul territorio il 5% della cifra, la somma potrebbe essere utilizzata per migliorare le infrastrutture di confine, dalle strade alle aree di sosta».

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