
Economia / Como città
Venerdì 18 Aprile 2025
Città pioniera in Italia Energia pulita dal 1978
Reportage Il viaggio sotterraneo dell’acqua lungo 19 km Nel percorso di “andata”, temperatura tra 90 e 120 gradi
como
Un viaggio lungo circa 19 chilometri di tubazioni che collegano 140 condomini per circa 2.200 famiglie oltre al vecchio ospedale Sant’Anna e a scuole come il Giovio o la Ripamonti.
È, per semplificare, il viaggio dell’acqua calda che parte dal termovalorizzatore della Guzza. Da lì due grandi tubi coibentati portano all’interno della centrale del teleriscaldamento. Si vedono valvole, scambiatori e tubature di dimensioni diverse (con le scritte “condensa” o “acqua surriscaldata”) oltre all’inizio della rete che poi si andrà via via diramando per portare calore per il riscaldamento domestico e acqua calda nelle abitazioni di Camerlata, Muggiò, Rebbio, Breccia e Albate. Un reticolo che di fatto è costituito da una doppia tubazione: una che trasporta l’acqua calda alle utenze per l’utilizzo, ad una temperatura tra 90°C e 120°C, l’altra che trasporta l’acqua più fredda alla centrale, tra 60°C e 75°C, per poterla nuovamente riscaldare. Nei singoli condomini e strutture allacciate al sistema la caldaia altro non è che uno scambiatore di calore che trasferisce il calore prelevato dall’acqua di rete all’impianto di distribuzione interna dell’edificio.
«Como – spiega l’amministratore delegato di Acinque Tecnologie Giovanni Chighine – è stata tra le prime città in Italia ad avere il teleriscaldamento. Acsm, che potremmo definire scherzosamente “la nonna” di Acinque, gestiva nel 1978 la primissima rete di teleriscaldamento alimentata da questo termovalorizzatore che trasportava vapore e il primo episodio di teleriscaldamento a Como è stato avviato con l’inaugurazione della piscina di Muggiò, nata con un sistema di riscaldamento che prevedeva solo scambiatori di calore che utilizzavano il vapore che arrivava dai tubi». Quel sistema aveva qualche criticità dettata dal fatto che le tubature, in una zona paludosa, avevano al loro interno il vapore che, con la condensa, diventava acqua e andava, per il cosiddetto fenomeno dei “colpi d’ariete” a rompere spesso il tubo. Negli anni Novanta il primo partenariato pubblico-privato per la creazione di una rete ampia con l’affidamento della concessione a Comocalor. L’ipotesi era un intervento in sette lotti per coprire tutta la città, ma il progetto si sviluppò solo per una piccola parte. Ora la gestione è andata ad Acinque Tecnologie che, oltre all’appalto ponte biennale (con possibilità di rinnovo) potrebbe presentare una proposta di ampliamento vero della rete andando praticamente a raddoppiarla.
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