Economia / Como città
Domenica 08 Settembre 2024
Como peggio di Lecco. Meno ore di lavoro e stipendi più bassi
L’indagine La nostra città lontana dal top di Milano è al posto numero 26 nella classifica delle retribuzioni. Valore medio di 23.500 euro, intorno ai 92 euro al giorno
Como è una città un po’ più povera di quanto non si direbbe, vista la sua fama, se la si guarda dalla prospettiva dei lavoratori dipendenti. È solo la 26esima provincia per retribuzione media con 23.500 euro all’anno e 92 euro al giorno. Il territorio di Como risulta penalizzato da sistemi industriali e produttivi poco premianti, come è il caso del turismo, ma anche da un basso numero medio di ore lavorate, di gran lunga inferiore a Lecco, campione d’Italia per stacanovismo.
Lo studio
Lo studio dell’Ufficio studi Cgia di Mestre fa riferimento ai dati Inps ricavati dall’ “Osservatorio sui lavoratori dipendenti del settore privato (esclusi operai agricoli e domestici)” che individua la stragrande maggioranza dei dipendenti del privato che, nel 2022, sono stati retribuiti con almeno una giornata di lavoro (quasi 17 milioni).
Como resta quindi molto lontana dalla prima provincia italiana, Milano e i suoi 32.500 euro all’anno, con un distacco di 9mila euro all’anno in meno. Ma Como è anche distante da Lecco, che è sesta e garantisce ai lavoratori una media di 26mila euro all’anno (2.500 euro in più), e da Bergamo e Varese, rispettivamente ottava e nona provincia per retribuzione.
Certamente pesa nel lecchese la forte concentrazione di settori ad alta produttività e a elevato valore aggiunto, come la meccanica, l’automotive, la meccatronica. Lo provano le città in testa alla classifica: al numero 2 come provincia dove si guadagna di più c’è Parma con 26.861 euro, seguita da Modena, Bologna e Reggio Emilia. Aree del Paese dove la meccanica e in particolare la produzione di auto di lusso, oltre al biomedicale e all’agroalimentare hanno “garantito” alle maestranze di questi territori buste paga molto pesanti.
Ma non è solo questione di settore: gli operai e gli impiegati con il maggior numero medio di giornate lavorate durante il 2022 sono stati quelli occupati proprio a Lecco (264,2 giorni) e questo concorre a spiegare la posizione privilegiata, si fa per dire, di Lecco. Sempre per ore lavorate seguono i dipendenti privati di Vicenza, Biella, Padova, Treviso e Bergamo.
Lo studio dell’Ufficio Studi Cgia di Mestre fa riferimento ai dati Inps ricavati dall’ “Osservatorio sui lavoratori dipendenti del settore privato (esclusi operai agricoli e domestici)” che individua la stragrande maggioranza dei dipendenti del privato che, nel 2022, sono stati retribuiti con almeno una giornata di lavoro (quasi 17 milioni).
Il confronto
Il confronto tra le città lombarde e tra le regioni settemtrionali però si gioca nell’arco poche migliaia di euro all’anno, lasciando da parte il caso eccezionale di Milano, unica città che supera i 30mila euro. È nel confronto con le regioni meridionali che il gap di retribuzione diventa evidente: se gli occupati nelle regioni settentrionali percepiscono una retribuzione media giornaliera lorda di 101 euro, i colleghi meridionali ne guadagnano 75. I primi portano a casa uno stipendio giornaliero del 35 per cento più “pesante” dei secondi.
Una differenza dovuta, secondo l’analisi della CGIa di Mestre, alla produttività del lavoro. Al Nord è del 34% superiore al dato del Sud. A livello regionale la retribuzione media annua lorda dei lavoratori dipendenti della Lombardia è pari a 28.354 euro, in Calabria, invece, ammonta a poco più della metà, 14.960 euro. Ma se nel primo caso la produttività del lavoro è pari a 45,7 euro per ora lavorata, nel secondo è non arriva a 30.
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