Contributi alle imprese
Ecco come averli

Un webinar di CdO Como dedicato al meccanismo anti crisi contenuto nel Decreto Rilancio. Finestra delle domande aperta, soldi sul conto ma a precise condizioni, rischia chi li chiede senza averne titolo

Un bonifico da parte dell’Agenzia delle Entrate: già, soldi in arrivo, non in uscita. Sembra un miraggio, invece è una delle pochissime novità che hanno offerto ossigeno alle aziende. Ghiotta, ma non da cogliere con leggerezza, ha ammonito Ottavio Francesco Mansi, dottore commercialista in un webinar sui contributi a fondo perduto con la Compagnia delle Opere di Como. Se si chiede l’aiuto senza averne diritto, le conseguenze sono pesanti. Un appuntamento molto atteso dagli imprenditori della Cdo, per cui – ha ricordato ieri sera Marco Molinari – si è offerta via web più che mai «una formazione importante in questo particolare periodo».

Alcuni hanno già chiesto e ricevuto il contributo, ha ricordato Mansi, all’interno di una normativa che è stata definita molto scrupolosa appunto anche a livello di sanzioni. C’è ancora tempo, però.

I destinatari sono coloro che si dichiarano colpiti dall’emergenza coronavirus. Tre figure in particolare: titolari di partita Iva che esercitano attività d’impresa, attività di lavoro autonomo o titolari di reddito agrario. L’istanza va presentata non oltre il 13 agosto (tranne per gli eredi che portano avanti l’attività, fino al 24 agosto). «Questo contributo – ha ribadito Mansi – consiste grazie al cielo in una somma di denaro e non un credito di imposta, viene bonificato dall’Agenzia delle Entrate, il che sì, può sembrare strano. Non c’è obbligo di restituzione, tranne in caso di indebita richiesta».

C’è un primo requisito: i ricavi o i compensi dell’anno 2019 non devono essere superiori a 5 milioni di euro. Per le persone fisiche, le società semplici e gli enti non commerciali titolari di reddito agrario, si fa riferimento al volume d’affari 2019. Il secondo deve rientrare in uno di questi: l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi di aprile 2020 inferiore ai due terzi dell’analogo ammontare dello stesso mese del 2019; l’inizio dell’attività dal primo gennaio 2019 e il domicilio fiscale o sede operativa nel territorio dei Comuni colpiti da eventi calamitosi ancora in atto al 31 gennaio 2020. Non è detto che aprile possa rappresentare un periodo di riferimento, visti i tempi diversi che hanno le aziende nella fatturazione: «Sarebbe stato meglio su base annuale». Sulla differenza poi si calcola il 20% se i ricavi nel 2019 arrivavano fino a 400mila euro, 15% sopra quella cifra e sotto il milione, 10% se tra uno e 5 milioni, precisa l’Agenzia delle Entrate. Il contributo è riconosciuto per un importo non inferiore a 1.000 euro per le persone fisiche e a 2.000 euro per i soggetti diversi. Il monito è risuonato: «I soldi arrivano in base a quello che si scrive. Consiglio a tutti di conservare la documentazione». Attenzione appunto a prendere un contributo non spettante: oltre alle sanzioni amministrative si rischiano confisca e carcere (fino a 6 anni per una dichiarazione sostitutiva di atto notorio mendace o incompleta).

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