Crisi Clerici Tessuto. Ricavi calati del 20%

Tessile Matteo Rossini, nuovo amministratore delegato, annuncia «un intervento immediato» per rilanciare l’azienda tessile

Cambio al vertice di Clerici Tessuto in una fase di particolare complessità di mercato con tante realtà del distretto comasche chiamate a riorganizzarsi per propiziare il rilanncio. Da gennaio amministratore delegato del Gruppo di Grandate è Matteo Rossini, milanese, professionista con oltre 30 anni di esperienza in ruoli apicali: ha ricoperto posizioni di leadership nei settori industriale, finanziario e no-profit, specializzandosi nel rilancio di aziende in settori ad alta intensità di capitale come automotive, imballaggio, stampa e retail, guidando processi di trasformazione aziendale con l’obiettivo di garantire continuità, valorizzare le risorse umane e favorire uno sviluppo sostenibile. Mission che ha dichiarato voler realizzare anche in Clerici Tessuto trasformando la società in una realtà più orientata al futuro. Rossini dovrà gestire una situazione non semplice. Clerici Tessuto nel 2024 ha accusato una flessione del 20% raggiungendo un fatturato pari a 45 milioni, con un ebitda in sostanziale pareggio. Ed è a fronte di questi numeri che l’ad prefigura la necessità «di un intervento immediato e importante».

È entrato in azienda in un momento difficile. Cosa l’ha convinta ad accettare la sfida?

Difficile, ma più interessante perché siamo in una situazione di grande cambiamento e quindi è più stimolante di quando tutte le cose vanno nel verso giusto. Anzi, credo che se non fosse stato così, non sarei entrato.

Quali sono i punti di forza del Gruppo?

Know how, competenze diffuse in tutte le aree, l’archivio, l’esperienza storica, il portafoglio clienti.

E i punti deboli

Va resa più efficiente l’organizzazione, al passo con un mondo in continua evoluzione. I clienti chiedono un approccio più strutturato, con persone che abbiano una competenza molto ampia e con proposte innovative. La flessibilità è un valore che da sempre contraddistingue la Clerici Tessuto, quindi va tagliata molta burocrazia che si forma in tutte le realtà storiche, lasciare più deleghe e responsabilità alle persone che lavorano, più velocità nelle risposte.

Meno azienda familiare e più manageriale?

No, un’azienda più moderna con valori che si sono tramandati fino ad oggi. In tutti i settori, diversi dal tessile, in cui finora ho operato, è richiesta un’attitudine al cambiamento in tempi molto rapidi per restare competitivi.

Sono previsti piani di esubero nel nuovo modello aziendale?

La mia missione è il rilancio del Gruppo, per renderlo più competitivo a livello nazionale e internazionale nessun intervento è da escludere.

Nella cerimonia d’apertura di Milano Unica si è detto che la creatività è il motore della ripartenza del settore.

Sono assolutamente d’accordo, bisogna puntare su collezioni che abbiano un’originalità diversa dal passato e da questo punto di vista siamo avvantaggiati perché la nostra tessitura è di grande artigianato, in grado di realizzare prodotti unici e straordinari.

In un momento ancora di grande incertezza, diventa più lunga e difficile la strada verso la sostenibilità?

Da anni Clerici Tessuto presenta il report di sostenibilità. Il Gruppo controlla non solo i processi interni, ma anche tutta la filiera in cui si colloca e proseguiremo in questa direzione non perché ce lo impone l’Ente regolatore, la Comunità Europea, ma perché lo richiede la tipologia dei nostri clienti. Non si può pensare che un capo di lusso non abbia tutte le certificazioni, a cominciare dal filo.

Nel distretto molte aziende stanno integrando altre realtà e stanno facendo alleanze strategiche per ampliare la gamma di prodotti.

Oggi non c’è alcun interesse perché Clerici Tessuto è un’azienda altamente patrimonializzata, come altre imprese ha sofferto nel 2024, ma è una società solida e in grado di soddisfare tutte le richieste della sua clientela.

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