Il curriculum da ripensare: «Perché presentarsi bene è cruciale per l’assunzione»

La manager Laura Piccolo di “Openjobmetis” e le attese dei recruiter. Reputazione: «Il web non dimentica». Social: «Massima attenzione»

«Per un giovane che deve iniziare a lavorare e a sperimentarsi le agenzie per il lavoro sono un bellissimo lancio: si esce dalla scuola e dall’università e in agenzia si trova chi aiuta i ragazzi a capire come porsi nella ricerca di lavoro. Le nostre filiali fanno moltissimo orientamento e supporto al Cv o al colloquio di lavoro».

Laura Piccolo, direttrice commerciale di Openjobmetis. ricorda anche che tutte le attività offerte gratuitamente a chi cerca lavoro sono spesso realizzate in collaborazione con i Centri per l’impiego e «quando possibile, con le scuole e con gli Its del territorio. Facciamo davvero rete in tal senso».

Che orientamento dà l’agenzia ai giovani in cerca di un primo impiego?

Un grande tema sta nel come tradurre tutto ciò che viene fatto nelle scuole in esperienza utile per poter lavorare. Lo facciamo aiutando i ragazzi a sviluppare anche quelle competenze più soft, determinanti per il lavoro, cosa possibile ad esempio anche in attività stagionali. Trasmettiamo cosa significhi stare in un’organizzazione, presentarsi in modo puntuale, rispettare le regole, relazionarsi con un gruppo di lavoro, mettere a fattor comune il lavoro come obiettivo. Tramite l’agenzia si fa anche questo tipo di palestra e lo si fa in maniera tutelata attraverso contratti di lavoro. Accade spesso che le persone entrino in agenzia, trovino un lavoro e dopo un periodo con noi diventino dipendenti delle aziende clienti dove entrano avendo acquisito una certa solidità.

Sbaglia chi vede il lavoro interinale come un riflesso di precariato?

Sì, perché su questo parlano i numeri delle stabilizzazioni contrattuali, sebbene anche il nostro settore non sia stato bravissimo nel comunicare tutti i vantaggi del nostro percorso. Il precariato non sta in un contratto a tempo determinato, che ha una finalità che viene dichiarata in termini di retribuzione, contribuzione, assicurazione. Il precariato sta nel lavoro nero, nel non riconoscere i contributi, nel rimanere in questa situazione per mesi o anni.

Il precariato non sta anche in una stabilizzazione che non arriva mai?

Sì, ma aggiungo che il 40% dei lavoratori in somministrazione è assunto a tempo indeterminato dalle agenzie per il lavoro ed è un dato importantissimo e in vertiginosa crescita. Non ci lasciamo sfuggire le persone competenti e valide, se la stabilizzazione non arriva dall’azienda le assumiamo noi a tempo indeterminato. Sono persone che hanno la doppia tutela delle agenzie e dell’azienda in cui la persona va a lavorare, in quanto si risponde in solido nei confronti del dipendente.

Cosa a la differenza nel rendere attrattivo un curriculum?

Presentarsi bene è l’elemento di base. Sulle modalità vediamo di tutto, dai video-Cv a dei piccoli reel con cui i più giovani si possono presentare. Conta la chiarezza degli elementi: bisogna definire chi si è, quali sono le proprie competenze e il titolo di studio, cosa si sta cercando, che disponibilità si ha. Un curriculum che parte con questo input chiarisce subito al recruiter quali sono gli elementi e dove la persona si colloca. Sono ovviamente necessari i dati di contatto e l’autorizzazione al trattamento di tutti i dati, altrimenti non possiamo gestire la candidatura.

Cosa deve sapere un giovane candidato prima di affrontare un colloquio?

Il candidato deve valutare bene la proposta, capire se è effettivamente disponibile per tutti i criteri indicati, informarsi bene sull’azienda. Mai presentarsi sprovveduti. Analizzando anche solo il sito internet di un’azienda si capiscono molte cose, così come i social rendono facile raccogliere informazioni.

Social che anche le aziende usano verso i candidati.

È vero, lo facciamo anche noi utilizzando soprattutto Linkedin. Sui social i giovani hanno un rapporto molto poco filtrato, un rapporto molto impattante sulla loro vita e relazioni ma dobbiamo sempre ricordare che il web non perdona e non dimentica. Meglio non dimenticare mai che i social rappresentano una presentazione al mondo, così come ci presentiamo con cura negli incontri fisici con le persone è bene avere la stessa attenzione sui social.

Come si presenta oggi il mercato del lavoro?

Siamo in un momento di occupazione piena, in Italia non ci sono mai stati tassi di disoccupazione così bassi eppure le posizioni lavorative aperte sono numerosissime. Da un lato le aziende continuano a chiedere professionalità e personale a fronte di una carenza cronica di candidati. Il nostro mondo di selezione del personale sta vivendo una rivoluzione. Se fino a qualche anno fa a fronte di moltissime candidature facevamo un’intensissima attività di screening, quindi potevamo scegliere, oggi dobbiamo fare ricerca attiva di candidati. Siamo in un momento in cui il candidato con competenze specifiche può scegliere. Le ricerche aperte sono legate a persone con competenze specifiche, al contrario del lavoro generico.

Qual è il primo ostacolo nell’individuazione della persona giusta?

Il primo grande tema è il mismatch reale: è come se le scuole e i percorsi di orientamento andassero in una direzione mentre il mercato chiede altro. E c’è un tema di generazione, su un rapporto col lavoro che nei giovani sta cambiando molto. Pensando a un cinquantenne, dopo gli studi c’erano fasi separate: prima il diploma o la laurea, poi il lavoro che, una volta ottenuto, era da associare alla vita personale. Oggi i giovani da subito ricercano un giusto equilibrio fra realizzazione professionale e personale: non sono più disposti a darsi totalmente al lavoro in quanto la loro realizzazione non passa più dall’ambito prettamente lavorativo e creano da subito un equilibrio fra vita lavorativa e loro passioni che non sempre possono coincidere col lavoro.

Quindi il loro rapporto col lavoro oggi è più che mai di scelta?

Sì, scelgono la proposta migliore che dia non solo uno stipendio, una lavoro e una vita dignitosa. Vogliono di più: vogliono che sia compatibile con le passioni, coi tempi fuori dal lavoro, con altre attività di loro interesse. Quindi bisogna essere molto bravi ad ingaggiarli. Trovo decisamente affascinante questo rapporto assolutamente nuovo con le persone che cercano lavoro, giovani ma per niente sprovveduti.

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