Decreto salva casa. «Una misura equa e che aiuta i giovani»

Il dibattito Confedilizia Como sostiene la legge che abbatte vincoli in materia edilizia e urbanistica. «Si semplificano le norme e si sblocca il mercato»

«Sono i giovani che devono essere facilitati a comprare casa per costruirsi una famiglia. Il Decreto Salva Casa va nella direzione di semplificare le compravendite, agevolare l’accesso ai mutui e supera alcune difficoltà normative che ora sono di ostacolo, senza di fatto stravolgere in modo sostanziale la qualità dell’abitare». Questa in sintesi l’opinione di Claudio Bocchietti di Confedilizia Como. L’associazione apprezza il decreto che introduce norme di semplificazione per la compravendita di immobili e che sta percorrendo l’iter verso la sua approvazione.

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Sono stati introdotti gli emendamenti per facilitare il cambio di destinazione d’uso e sono stati ridimensionati i requisiti minimi per l’abitabilità: sono questi gli aspetti sui quali convergono le critiche.

«Questi ulteriori emendamenti trovano l’apprezzamento di Confedilizia. Sono norme che danno maggior commerciabilità agli immobili – aggiunge Bocchietti – spesso alcuni appartamenti rischiano di rimanere bloccati in fase di stipula dell’atto di vendita perché i periti trovano qualche particolare non conforme».

Il rischio è che vengano messi sul mercato immobili non consoni a diventare abitazioni, facendo scadere di qualità l’abitare. «Si tratta di norme che comunque compensano e tengono conto di altri valori importanti, come il territorio. Anzi, si pongono nella linea del consumo di suolo zero, per cui sono norme che secondo me fanno un buon compromesso, basato sul fatto che le variazioni devono essere minime» spiega il presidente di Confedilizia Como.

All’interno delle nuove norme del decreto Salva casa viene abbassata l’altezza da terra a soffitto fino a un minimo di 2 metri e 40 centimetri perché uno spazio possa essere reso abitabili e anche ridotti i metri quadri minimi per le abitazioni, fatto salvo l’adeguato rapporto aeroilluminante.

«In generale mi sembra un buon intervento legislativo che va a risolvere un po’ di problemi anche sul mutamento d’uso. Adesso può essere opportuno, per esempio, trasformare un ufficio in una casa. Anche le tolleranze mi sembrano sempre equilibrate: stiamo parlando di variazioni del 5% che non fanno nascere grandi problemi – precisa Claudio Bocchietti – si tratta semplicemente di mettere a posto delle cose che negli anni non combaciavano più con i documenti ufficiali e questo produce una semplificazione nella vendita e nei mutui sulle case, cosa ottima per chi deve vendere e per chi deve acquistare».

Doppia lettura

La nuova norma si presta a due letture: sfruttando per il residenziale tutti gli spazi che adesso non possono essere abitati per mille motivi, da una parte si riduce il consumo di suolo, dall’altra si incoraggia a sfruttare ogni spazio e per una località turistica come Como questo potrebbe comportare qualche forzatura in termini di accoglienza e capienza.

«Ma non sono norme che toccano i rischi igienico-sanitari e i rapporti aero-illuminanti che sono fondamentali, non vengono intaccati da questa disciplina – risponde Claudio Bocchietti - non credo proprio ci sia il rischio di ricavare spazi improponibili per i turisti che arrivano a Como. Al contrario, anche pensando a tutta l’area molto urbanizzata al confine con il milanese, è una norma che va a proteggere il suolo. La tolleranza su una porta che invece di essere dove indica la mappa catastale è spostata di un metro, per esempio, favorisce la vendita degli immobili. Questo vuol dire che qualcuno, magari giovane, può comprarli e si agevola anche la possibilità di ottenere mutui. Mi sembra una norma ragionevole e a favore dei giovani» conclude Bocchietti.

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