Digitale: sos lavoro. «Lo Stato garante
con più controlli»

The Great Challenge La ministra Calderone ieri in video alla conferenza di Villa Erba di Cernobbio che si concluderà domani

«I cambiamenti nel mondo del lavoro richiedono oggi un’attenzione particolare. Serve capire come facilitare l’acquisizione di competenze, da parte delle persone, dei lavoratori in particolare del settore sanitario, per facilitare l’approccio alla digitalizzazione» ha detto Marina Calderone, ministra del Lavoro e delle politiche sociali ieri in collegamento con ComoLake2024.The Great Challenge.

Temi etici e norme

La conferenza internazionale, organizzata da Micromegas al Centro congressi di Villa Erba a Cernobbio prosegue fino a venerdì sui temi dell’intelligenza artificiale e della digitalizzazione, con la regia del Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Punto di incontro tra istituzioni, imprese e università coinvolte e interessate ai nuovi paradigmi della crescita economica, anche nella sua seconda giornata l’ampio convegno ha permesso una serie di confronti in particolare sui temi dell’AI, del lavoro, dell’integrazione tra pubblico e privato per lo sviluppo digitale con fondamentali ricadute sui temi del lavoro. Il timore è che l’implementazione di strumenti di intelligenza artificiale possa rendere obsolete alcune figure professionali e ridurre così il numero degli occupati.

Rischi e cautele

«Dobbiamo essere cauti rispetto ai rischi ai quali l’AI ci espone, inclusa la dispersione delle competenze e l’uscita di una porzione significativa della forza lavoro dal mercato a causa della sostituzione tecnologica – ha rassicurato la ministra Calderone - l’approccio europeo deve garantire che le tecnologie siano al servizio dell’uomo, migliorando la qualità della vita e del lavoro. È fondamentale tradurre questa visione in un piano d’azione, che destini sforzi significativi da parte del Ministero.

In questo contesto, nel 2023 abbiamo lanciato il Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa proprio per facilitare l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro, introducendo servizi e potenzialità che rispondano ai fabbisogni formativi futuri. Utilizzare la tecnologia per apprendere e rispondere alle provocazioni che porta con sé è indispensabile per programmare i fabbisogni del mercato del lavoro».

Smart working e marginalità

E che non sia più possibile regolare il lavoro con parametri superati dai tempi si è reso evidente durante la pandemia quando sono state rinnovate le risposte possibile alle inedite emergenze, cosa che ha comportato la necessità di rivedere i modelli contrattuali e garantire tutele anche ai lavoratori da remoto.

«L’uso di piattaforme e intelligenza artificiale non deve compromettere le garanzie per il lavoro umano, né contribuire alla frammentazione sociale, specialmente per le categorie vulnerabili, come le donne, che affrontano sfide significative nel mercato del lavoro – ha continuato Marina Calderone - la tecnologia deve dunque unire e modernizzare processi nella nostra società. È cruciale rafforzare le azioni di controllo sui rapporti di lavoro. Il Ministero sta già lavorando a queste iniziative, sottolineando l’importanza della collaborazione pubblico-privato per massimizzare le competenze e gli investimenti tecnologici del settore privato».

Per il ministro del Lavoro l’intelligenza artificiale e il suo impatto richiedono l’istituzione di un osservatorio specifico sul legame dell’intelligenza artificiale e il mondo del lavoro, come previsto dal disegno di legge governativo. Questo impegno evidenzia la presa di responsabilità nel realizzare gli obiettivi emersi durante il G7 e confermati nella dichiarazione finale. «Durante il G7 dei ministri del Lavoro a Cagliari a settembre, è stato adottato un documento finale con un piano d’azione per l’AI, evidenziando la necessità di una riflessione ampia su molteplici aspetti – ha concluso la ministra - abbiamo unanimemente sottoscritto una dichiarazione che riconosce le sfide rappresentate dall’intelligenza artificiale, in particolar modo quelle legate ai bisogni delle nostre società. È essenziale accompagnare le nostre società industriali evolute nell’affrontare queste questioni, sviluppando strategie che considerino le generazioni future. Visto l’invecchiamento della popolazione media e le nuove fragilità emergenti, è cruciale parlare dell’impiego dell’intelligenza artificiale nel settore della salute e della medicina, perché migliorare le condizioni di vita implica anche migliorare quelle di lavoro».

© Riproduzione riservata

© RIPRODUZIONE RISERVATA