Diritto alla cittadinanza. Cna sposa la riforma: «Serve all’economia»

Stranieri Nel Comasco sono presenti oltre cinquemila imprese gestite da stranieri

La cittadinanza è una questione anche economica, il suo ottenimento conferisce certezze alle tante persone che lavorano in Italia come dipendenti, e come imprenditori, e ai loro figli. A sostenerlo è Cna Lombardia che spinge per una «seria e solida riforma» anche perché «i “nuovi italiani” sono importanti per l’economia lombarda».

Considerazioni che partono dai dati di Margò-Cribis di agosto 2024, secondo i quali la nostra regione è la prima nel Paese per imprese gestite da stranieri, sono 133.592 e rappresentano il 20,46% del totale nazionale, che si attesta sui 653.004. La provincia di Milano conta 64.887 aziende, quasi la metà di tutte le imprese a guida straniera della regione. A fine 2023, secondo i dati della Camera di Commercio Como-Lecco, le imprese lariane gestite da stranieri rappresentavano il 10,3% del totale, 7.363 unità, (+4,1% rispetto a fine 2022), suddivise tra le 5.305 in provincia di Como (dove rappresentano l’11,2% del numero complessivo delle aziende) e le 2.058 a Lecco (8,4%).

«Il nostro compito è leggere la realtà e contribuire a canalizzarne i processi secondo valori di civiltà e una forte propensione alla crescita economica e all’etica del lavoro – ha sottolineato Stefano Binda, segretario Cna Lombardia - E la realtà, che per fortuna è più forte delle ideologie, ci dice che il lavoro immigrato e l’impresa straniera costituiscono due dati imprescindibili. Questo significa che una riforma degli accessi alla cittadinanza in grado di dare certezze alle persone che studiano e lavorano, ai loro figli, e alle nostre imprese, è nell’interesse del Paese e dei suoi equilibri, sia socio-culturali sia economico-finanziari».

«Stiamo assistendo a una ripresa del confronto tra alcune forze politiche in tema di riforma della cittadinanza, per Cna Lombardia è tempo di agire con serietà, quindi speriamo che non si tratti solo di battute di fine estate – ha dichiarato Giovanni Bozzini, presidente Cna Lombardia - I dati socio-economici ci dicono che il lavoro migrante nelle pmi, ma anche l’imprenditorialità immigrata, sono grandi motori di integrazione e offrono un contributo alla crescita della nostra regione e non solo».

In un decennio, dal 2011 al 2022, le imprese gestite da stranieri hanno registrato in Italia un aumento del 42,7%, rappresentando così il 10,8% del totale nazionale, stando al Rapporto Idos-Cna. Il commercio (31,8%) e l’edilizia (23,9%) sono i settori che raggruppano i numeri più consistenti. L’82% dei titolari è di origine non comunitaria: 63mila sono marocchini (12,4%), romeni (10,8%) e cinesi (10,7%).

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