Donne e carriere al top. La rettrice dell’Insubria: «Le difficoltà mi hanno fatta crescere»

Parità di genere Pierro a convegno con le colleghe degli atenei milanesi: «Servono più azioni per favorire la professione accademica di chi ha figli»

L’importanza di una famiglia che sostenga e incoraggi, fare degli insuccessi un’occasione di rilancio e incrementare negli atenei gli strumenti concreti per bilanciare lavoro e vita personale.

Questi gli argomenti al centro della «Giornata delle parità» che si è tenuta all’Università di Milano e che ha visto protagonista, tra gli altri, la neoeletta rettrice dell’Università dell’Insubria Maria Pierro, insieme alle quattro rettrici degli atenei lombardi Marina Brambilla, Università di Milano, Valentina Garavaglia, Università Iulm, Anna Gervasoni, Università Liuc, e Giovanna Iannantuoni, Università di Milano-Bicocca. Sul tema è intervenuta anche la cantante Francesca Michielin.

«Io ho raccontato cosa è successo nella mia vita – spiega Pierro –. Mi sono laureata in Giurisprudenza e sono una giurista, specializzata in diritto tributario, un settore tradizionalmente maschile. Ho completato il dottorato a Pavia e ho iniziato la mia carriera all’Università dell’Insubria, dove sono stata docente a contratto, poi professoressa associata e infine ordinaria. In seguito, sono diventata direttrice del Dipartimento di Economia.

Ho avuto la fortuna di avere una famiglia e soprattutto un marito che ha condiviso con me le scelte e ha compreso. Credo sia fondamentale avere una famiglia che capisca l’importanza del ruolo e valorizzi la persona che ha al fianco».

Da ricordare che Pierro sarà la prima rettrice donna dell’ateneo, affiancata dal prorettore Umberto Piarulli. «L’altra cosa importante sottolineata durante l’evento è che ho incontrato anche delle difficoltà nel mio cammino, come tutti, ma l’insuccesso deve essere un elemento che ci consente di crescere ancora di più, di rilanciare e progredire, dall’insuccesso infatti può nascere il successo. Ci vuole ambizione e tanta determinazione per raggiungere determinati ruoli, ma anche un certo carattere. Le donne hanno una propensione all’ascolto, dal quale c’è la possibilità di comprendere le esigenze della comunità e tradurle in azioni concrete».

Madri, limiti e opportunità

La seconda parte dell’incontro era dedicata alle azioni che ogni ateneo dovrebbe portare avanti per rendere più facilmente accessibile la carriera universitaria alle donne. Durante il convegno è stato sottolineato che la vera parità non sarà raggiunta solo con una rappresentanza numerica uguale, ma quando ci sarà una quantità significativa di donne in grado di competere per posizioni di vertice, dimostrando che la carriera universitaria non è più un percorso impervio. «Le donne, per alcuni versi, hanno più difficoltà perché se sei madre devi declinare anche la vita familiare con quella professionale – conclude nella propria riflessione Pierro -. L’università può mettere in atto azioni, in generale, nei confronti di uomini e donne per favorire la professione accademica per chi ha figli e incentivare la prosecuzione della ricerca.

La presenza della donna, secondo me, dà una sensibilità diversa ma anche una grande determinazione, che porta ad avere l’obiettivo chiaro. Con tutte le rettrici presenti al convegno ho avuto un ottimo scambio, una sinergia fin da subito. Sono tutte di un livello e qualità eccellenti, anche sotto il profilo della preparazione, con spirito di servizio marcato. Ognuna proiettata a individuare cosa è bene per il proprio ateneo, c’è stato un grande confronto a margine».

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