Economia / Como città
Martedì 24 Maggio 2022
Edilizia, gli stipendi d’oro in Svizzera
La media è di 6.200 franchi al mese
Confine L’associazione dei costruttori annuncia aumenti dell’1,5% rispetto allo scorso anno. Oggi in Ticino il settore dà lavoro a 8.167 frontalieri contro i 7.963 del primo trimestre 2021
Con una sottolineatura iniziale e cioè che si tratta di stipendi lordi, ieri attraverso l’agenzia di stampa Keystone, l’Associazione svizzera degli impresari-costruttori ha fatto sapere con i crismi dell’ufficialità da un lato che i salari dei lavoratori edilizi sono aumentati dell’1,5% in media nell’anno in corso e dall’altro che tali salari medi si sono attestati in media, sempre nell’anno in corso, a 6204 franchi mensili, l’equivalente sulle tredici mensilità di 80652 franchi, vale a dire 78167 euro. Un dato di assoluto rilievo, che arriva in un momento in cui sono in corso le trattative per il rinnovo dei contratti collettivi di lavoro. Tutto questo ricordando che i valori salariali per il Canton Ticino - come per gli altri segmenti produttivi - sono inferiori alla media federale.
La forbice degli stipendi
Ticino che in base all’ultimo report dava lavoro a 8167 frontalieri nel primo trimestre dell’anno, contro i 7963 del primo trimestre 2021, con un aumento percentuale del 2,2%, un segnale inequivocabile di come il segmento delle costruzioni sia tornato sui ritmi pre-pandemia, nonostante le restrizioni. L’Associazione svizzera degli impresari costruttori ha rimarcato che «tutte le classi salariali hanno registrato un aumento», pur in assenza di un contratto collettivo. E questa è la testimonianza della vitalità del settore. Nel dettaglio, secondo i dati diffusi dall’agenzia di stampa Keystone, la forbice degli stipendi su base federale varia dai 4959 franchi per i lavoratori della classe salariale “C” ai 7908 franchi per i capisquadra, passando per i 6138 franchi dei lavoratori con classe salariale “Q”.
È chiaro che di fronte a questi numeri, torna d’attualità il tema della forte attrattività della Svizzera (di fatto si tratta di concorrenza diretta) nei confronti dell’Italia e il +2,2% quanto all’occupazione nel segmento delle costruzioni la dice lunga sulle dinamiche in essere in questo segmento produttivo, che ha reagito di slancio ai due anni segnati dalla pandemia, tenendo conto che in Ticino l’edilizia ha sperimentato anche il lockdown nella primavera 2020.
Nella nota affidata all’agenzia Keystone, l’Associazione Svizzera Impresari-Costruttori ha precisato che «la “formazione continua” rappresenta il mezzo più importante per incrementare il proprio stipendio, ma anche per sviluppare le competenze». Per dare un riferimento diretto, attraverso la formazione si possono “scalare” le classi salariali, il che significa dar corso ad un aumento medio di stipendio di 600 franchi.
La voce dei sindacati
Il ruolo dei datori di lavoro deve essere connesso alla possibilità di «decidere autonomamente come ricompensare le prestazioni lavorative e in che misura compensare l’inflazione». E di sicuro c’è da rilevare in queste trattative in essere anche la voce delle organizzazioni sindacali, da sempre in prima linea in questo storico segmento dell’economia svizzera. C’è poi un’ultima questione, legata all’ormai cronica carenza di personale qualificato. Tema che riguarda anche altri settori dell’economia svizzera. Ed in questo contesto è inevitabile guardare al di qua del confine, come rimarcato poc’anzi, con la leva salariale che sicuramente fa propendere verso il Ticino e la Svizzera.
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