«Egoismi e localismi
non hanno più senso
Il tessile di Como sia unito»

Intervista a Federico Colombo , neo presidente del gruppo tessili di Confindustria Como: «Fase complessa, il distretto faccia massa critica»

Federico Colombo, Ceo di Penn Italia, da un paio di settimane presidente della Filiera Tessile di Confindustria Como è consapevole di aver assunto l’incarico in una fase storica decisiva per il futuro economico e sociale del distretto.

«È un grandissimo onore e una forte responsabilità - dichiara - per affrontare le sfide e i cambiamenti che ci attendono».

La parola chiave nella sua agenda?

Unità. Bisogna uscire da vecchi egoismi e localismi per creare sinergie, fare squadra e condividere i problemi con sistemi più ampi. Il mio ruolo sarà quindi quello di coordinatore per rafforzare il dialogo tra le diverse realtà del mondo tessile. Tutte le aziende, dalle più piccole alle più grandi, devono poter contare su un interlocutore concreto che si faccia portavoce delle istanze del distretto sui tavoli associativi e istituzionali.

Quali sono le priorità ?

Le violente impennate dei prezzi dell’energia elettrica, delle materie prime e dei trasporti. Le aziende a monte delle filiere non sono in grado di assorbirli, vanno ritoccati i listini per proteggere i margini di guadagno o addirittura scongiurare la chiusura di alcune attività. Da parte dei clienti c’è però grande pressione a non ritoccare i prezzi. L’obiettivo è quindi quello di sensibilizzare i gruppi della confezione sugli effetti negativi che il loro disimpegno potrebbe generare sul sistema produttivo.

Un appello a imprese concorrenti a far massa critica. È fiducioso nella riuscita di questo tentativo?

Io ci credo, magari non tutti saranno disposti a fare fronte comune, ma non vedo altre vie d’uscita: tutte le componenti del distretto sono fragili di fronte alla leadership dei colossi del lusso. Ogni battaglia singola è persa in partenza.

C’è in cantiere qualche iniziativa collettiva per calmierare il costo delle bollette?

Confindustria Como ha aderito al Consorzio Energia Lombardia Nord con Confindustria Lecco Sondrio che funge da “gruppo di acquisto” sia per l’energia che per il gas e che garantisce solidità finanziaria oltre al prezzo migliore.

Durante la sua esperienza associativa, è stato per sei anni Consigliere della Filiera, si è molto occupato di formazione, in particolare del progetto ComOn che ha dato vita a un vero e proprio hub della creatività europea.

Bisogna richiamare a Como i migliori talenti delle più prestigiose scuole di design e stimolare la contaminazione di idee con i giovani studenti locali. I vari distretti italiani devono inoltre confrontarsi per formare quelle figure professionali mancanti o pressoché introvabili sul mercato: un buon punto di partenza per costruire il futuro.

Altra priorità assoluta è lo sviluppo sostenibile.

È diventato sempre più parte integrante e determinante delle strategie di molte aziende. Stiamo cercando di sviluppare anche iniziative congiunte, vedi il progetto di quantificare gli scarti tessili prodotti dal distretto per direzionarli in modo efficace ai vari centri di smaltimento e riciclaggio dei materiali. C’è poi la volontà di dare sempre più visibilità a sistemi di misurazione dell’eccellenza comasca come il marchio Seri.co, oggi denominato For Textile.

Si sono appena chiuse le due più importanti fiere del settore, Milano Unica e Première Vision: quali le sensazioni ricevute dal mercato?

Di una ripartenza debole, difficile fare previsioni sull’andamento delle vendite della primavera-estate 2023, su quali articoli andranno di più e quali di meno. C’è poi un’incognita da non sottovalutare: quanto graveranno i vari rincari sui budget delle famiglie?.

Il ruolo delle fiere si è indebolito o rafforzato con la pandemia?

Le restrizioni ai viaggi hanno decisamente ridotto l’afflusso della clientela estera, per le aziende rappresentano però un momento fondamentale per l’incontro dal vivo con i clienti. Il digital è solo uno strumento utile a tener vive le relazioni e a comunicare più velocemente, non potrà mai sostituire l’esperienza tattile. Credo sia però finito il tempo delle piattaforme generaliste, c’è una crescente richiesta di eventi piccoli e specializzati.

Tornando al suo nuovo impegno associativo, non c’è forse anche il ricambio generazionale tra i nodi da sciogliere?

Più di un avvicendamento parlerei di un affiancamento per assicurare una continuità nel segno dell’innovazione: gli indirizzi non sono come un tempo un dogma, devono adeguarsi senza troppe remore ai tempi che cambiano.

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