Filiera tessile ancora in difficoltà. Tiene l’occupazione

Congiuntura Lieve miglioramento nell’ultimo semestrema il quadro resta complesso per le realtà industriali. Brenna (Confindustria Como): «Rimane forte cautela»

La prima metà del 2024 ha segnato, per le imprese comasche, un calo dell’1,3% rispetto al primo semestre del 2023, ma in miglioramento del 3,2% rispetto al periodo luglio – dicembre 2023.

Si tratta di dati medi che non restituiscono la realtà di un contesto eterogeneo dove le aziende comasche hanno avuto andamenti fortemente differenziati, secondo l’analisi dell’Osservatorio congiunturale sul primo semestre 2024 diffusa ieri da Confindustria Como e da Confindustria Lecco.

«Il quadro che emerge dagli indicatori del primo semestre di quest’anno, pur delineando un miglioramento rispetto al semestre precedente, uno dei peggiori dell’epoca post Covid, ci deve indurre a una forte cautela. Molte imprese comasche, infatti, soprattutto della filiera tessile, evidenziano ancora difficoltà per le quali non è stata sufficiente la loro spiccata vocazione internazionale, che pur ha giocato un ruolo fondamentale rispetto alle complesse sfide con le quali si sono dovute misurare e che sicuramente hanno rallentato le loro performance» ha dichiarato il presidente di Confindustria Como, Gianluca Brenna.

Sono le aziende più strutturate, sopra i 50 dipendenti, quelle che hanno saputo meglio mantenere una buona produttività con un impiego medio degli impianti del 77,8%, di oltre sei punti percentuali superiore alla quota mediamente registrata per le realtà di minori dimensioni (71,6%). Il risultato è un utilizzo medio del 73,9% nella seconda metà del 2023, dato di poco al di sotto rispetto al semestre luglio-dicembre 2024. Distinguendo le realtà sulla base della categoria merceologica di appartenenza, si riscontra invece un divario di produttività tra realtà metalmeccaniche (77,4%) e degli altri settori (80,3%) rispetto a quelle tessili (56,0%). Le previsioni non sono incoraggianti per la seconda metà dell’anno: tra luglio e dicembre 2024 è atteso un consolidamento dei livelli di domanda (+0,6%) e di fatturato (+0,4%) mentre una lieve flessione per quanto riguarda la produzione (-0,9%).

Il costo del denaro

Sulle aspettative influiscono gli effetti degli ancora elevati tassi di interesse, della lenta riduzione dell’inflazione ma soprattutto dell’incertezza determinata dalle tensioni geopolitiche in atto. In un quadro di incremento congiunturale, accompagnato da una decelerazione tendenziale, ma da prospettive di lieve rallentamento per la seconda metà dell’anno, permangono le criticità inerenti all’approvvigionamento delle materie prime. L’occupazione si conferma in tenuta, così come proseguono le difficoltà nell’individuare persone e competenze da inserire in organico, un problema che riguarda più della metà del campione delle imprese.

Il capitale umano

«In questo scenario non certo brillante, c’è però un aspetto importante che è giusto mettere in luce: l’occupazione non ha subito scossoni. Anzi, se guardiamo oltre alla maggioranza di imprese che ha dichiarato una forte stabilità in questo senso, dato già di per sé positivo, tra le aziende che hanno dichiarato variazioni prevalgono di gran lunga quelle che hanno assunto - ha aggiunto Gianluca Brenna - paradossalmente potremmo dire che se c’è un problema, in un contesto che ormai si può definire di inverno demografico, è proprio quello di riuscire a individuare nuove figure di operatori specializzati e tecnici in grado di coprire quelle posizioni che, anche in virtù del cambio generazionale, sono sempre più scoperte. Per questo l’orientamento e la formazione, attraverso anche i nuovi strumenti degli Its, sono al primo posto della nostra agenda strategica, perché anche questo significa sostenibilità».

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