Incentivi Finanziaria: «Pochi alle imprese,
ripresa più faticosa»

Novità della manovra Diodato, presidente Cna del Lario e della Brianza: «Anno in cui imprimere comunque una ripresa, pur nella crisi»

È stata confermata la riduzione da 4 a 3 delle aliquote Irpef e il nuovo taglio al cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti: le novità della legge di Bilancio 2025, in sintesi, introducono a regime la rideterminazione del valore di terreni e partecipazioni, ma innalzando l’aliquota dell’imposta sostitutiva al 18%, e prorogano la riduzione al 5% dell’imposta sostitutiva per i premi produttività erogati nel periodo 2025-2027. Stretta invece per i bonus edilizi.

«Verso chi ha un reddito basso è stato indirizzato l’aiuto principale dell’ultima Finanziaria – commenta Pasquale Diodato, presidente Cna del Lario e della Brianza – l’attenzione è stata focalizzata alla riduzione della povertà, al sostegno alle famiglie, mentre meno è stato riservato alle aziende e al mondo produttivo»

Infatti il capitolo della Legge di bilancio sulle misure per le famiglie nella Legge di Bilancio 2025 introduce nuove misure di sostegno, come il bonus nuovi nati, potenzia alcuni strumenti per i genitori che lavorano, come i congedi parentali o la decontribuzione per le lavoratrici madri di almeno due figli, ma contiene anche un taglio alle detrazioni sui figli a carico. La Manovra corregge le regole sull’Assegno Unico Universale, che spetta alle famiglie con figli in misura diversa a seconda dell’Isee. Ci sono poi una serie di norme per le famiglie a basso reddito, fra cui il rifinanziamento della Carta dedicata a te da 500 euro per l’acquisto di beni di prima necessità, per nuclei con Isee fino a 15 mila euro.

Misure di inclusione e aziende

L’Assegno di Inclusione sale da 6mila a 6mila 500 euro annui, oppure da 7mila 560 a 8mila 190 euro se il nucleo familiare è composto solo da over 67 anni, il supporto formazione e lavoro sale invece da 350 a 500 euro euro al mese.

Per le imprese che destinano gli utili in investimenti Transizione 4.0 e 5.0 si prevede invece una mini-IRES, ma in materia di incentivi fiscali scatta un limite di spesa complessivo di 2,2 miliardi di euro per gli investimenti in beni materiali 4.0 e la cancellazione, dal 2025, del credito d’imposta per i beni immateriali 4.0.

«Nessuna vera sorpresa – prosegue Pasquale Diodato – la Finanziaria è stata approvata dall’Unione europea ma è stata anche messa sotto osservazione. Significa che il 2025 sarà un anno in cui diventerà necessario dimostrare che quel poco che è stato destinato alle imprese sia poi effettivamente utilizzato per la crescita e lo sviluppo. Si dovrà infatti fare in modo che, nonostante gli incentivi siano modesti, il sistema produttivo economico riesca a resistere alle crisi e a drenare i fondi residuali e le risorse a sua disposizione per imprimere comunque una ripresa».

«Finita l’era dei Bonus»

Infine sono stati fortemente ridimensionati i bonus per le ristrutturazioni. Se nel 2024 il bonus ristrutturazioni permetteva una detrazione del 50% su un limite massimo di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare. Nel 2025, per la prima casa, l’aliquota scende al 50% e al 36% dal 2026. Per le seconde case invece si applica una detrazione del 36% nel 2025, ridotta al 30% dal 2026. Restano valide le regole per la ripartizione in dieci anni e la necessità di pagamenti tracciabili.

È quindi finita l’era dei bonus per le ristrutturazioni: «questo 2025 sarà l’anno della verità per le imprese che sono nate sull’onda dei bonus – conclude Pasquale Diodato - e prevediamo siano molte quelle che non riusciranno a stare su un mercato normalizzato» con conseguenze anche per l’occupazione: potrebbero trovarsi senza lavoro le persone che sono state impegnate nelle piccole imprese edili che avevano concorso a sostenere l’esplosione dell’era dei bonus.

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