«Franchigia dimezzata, serve a poco»

Confine Accelera l’iter di approvazione del provvedimento svizzero per disincentivare la spesa all’estero. Il commerciante Carlo Coen: «Non cambierà nulla, le famiglie ticinesi si abitueranno a dividere gli acquisti»

«Al posto di una spesa media, con la franchigia dimezzata da 300 a 150 franchi, una famiglia ticinese in Italia ne farà due più ridotte in contemporanea, distribuendole sul medesimo nucleo familiare. Non vedo dunque differenze sostanziali rispetto alle attuali dinamiche». Così Carlo Coen, storico commerciante d’abbigliamento di Chiasso già presidente della Società Commercianti del Mendrisiotto, ha commentato il via libera con un solo voto di margine da parte della Commissione dell’Economia e dei Tributi del Consiglio nazionale - la Camera “bassa” del Parlamento svizzero circa la proposta di dimezzare da 300 a 150 franchi il limite di esenzione dall’imposta sull’Iva per gli acquisti all’estero, spesa di confine in primis.

«Sono convinto che alla luce del voto della Commissione dell’Economia, il provvedimento andrà in porto anche in sede di dibattito parlamentare - fa notare ancora Coen -. Mi sarei aspettato però un passo più coraggioso da parte della politica federale, cercando almeno di pareggiare l’importo del vostro tax free, ritoccato al ribasso dal Governo italiano sino a toccare i 70 euro». Proprio così. Dal 1° febbraio, fare acquisti in Italia dai Paesi extra-Ue è diventato ancora più vantaggioso, bastano infatti 70 euro di spesa oltre confine per poter chiedere di dedurre l’Iva italiana del 22%. Il precedente limite si attestava a 154,90 euro. Un’iniziativa che oltre ad incentivare lo shopping sul nostro territorio nazionale porterà nelle casse dello Stato circa 120 milioni di euro in più su base annua. «Ritengo comunque quello del Governo svizzero un passo importante, visti i numeri che caratterizzano il turismo degli acquisti e dello shopping nei Paesi confinanti - la chiosa di Carlo Coen -. Mi auguro però che Berna voglia intervenire anche all’interno del “mare magnum” rappresentato dagli acquisti on line, che dal post pandemia in poi sta segnando in maniera rilevante il destino di comparti come quello dell’abbigliamento. Noi puntiamo molto sulla qualità, che sembra essere apprezzata anche da diversi clienti comaschi. Dopodiché di fronte all’attrattiva di un prezzo solo in apparenza più conveniente, la lotta diventa per noi impari».

Il cronoprogramma

In base al cronoprogramma definito da Berna il dimezzamento della franchigia a 150 franchi dovrebbe entrare in vigore, dopo il passaggio parlamentare in Consiglio nazionale e al Consiglio degli Stati, a partire dal prossimo 1° gennaio.

Il dibattito, anche politico, resta comunque aperto. La Lega dei Ticinesi ha accolto tiepidamente la proposta proprio in virtù che un singolo nucleo familiare di quattro persone potrà comunque rientrare in Svizzera con 150 franchi di spesa ciascuno per un totale di 600 franchi esentati dall’Iva (un importo ragguardevole, dunque), mentre già da tempo l’Associazione dei consumatori della Svizzera italiana ha posto l’accento «sull’aggravio di burocrazia che questo provvedimento porterà in dote».

È chiaro che 8,5 miliardi di franchi quale dato del turismo degli acquisti rappresentano un campanello d’allarme da non sottovalutare specie per i Cantoni di confine, stretti peraltro con un calo degli acquisti importante determinato da un costo della vita e da spese fisse (quali la “Cassa malati”) in forte rialzo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA