Frontalieri, accordo sul telelavoro

Nuova disciplina Il ministro Giorgetti e la consigliere federale Keller-Sutter hanno firmato il protocollo. L’intesa dovrà essere approvata dai due Parlamenti e sarà inserita nel documento fiscale dello scorso 18 luglio

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e la consigliera federale Karin Keller-Sutter hanno firmato a Roma e a Berna un Protocollo di modifica del vigente accordo sui frontalieri, che - come anticipato dai due Governi già lo scorso 28 novembre - andrà a disciplinare in modo durevole l’imposizione del telelavoro per i frontalieri.

Si tratta del penultimo (e atteso) passaggio istituzionale, considerato che ora il provvedimento (ne ha dato notizia il sindacato Ocst) dovrà essere ratificato dai Parlamenti dei due Stati e questo perché tecnicamente l’intesa amichevole sul telelavoro verrà inserita entro fine 2025 nell’accordo fiscale in vigore dallo scorso 18 luglio. Per fare ciò occorre dunque un nuovo passaggio parlamentare su entrambi i lati della frontiera.

«Dal 1° gennaio 2024 i lavoratori frontalieri hanno la possibilità di svolgere in modalità di telelavoro al proprio domicilio fino al 25% del tempo di lavoro - si legge in una nota diffusa dal Mef -. Il telelavoro non ha ripercussioni né sullo Stato legittimato a imporre il reddito da attività lucrativa dipendente né sullo statuto di lavoratore frontaliere». In buona sostanza la linea italiana del 25% del tempo di lavoro in smart working è stata avallata dal Governo di Berna, che invece con la Francia ha raggiunto un’intesa sul 40% del tempo in telelavoro l’equivalente di due giorni alla settimana.

Nella nota i due Governi hanno puntualizzato che «la regolamentazione d’imposizione si basa su una dichiarazione d’intenti sottoscritta dalla Svizzera e dall’Italia nel novembre del 2023». Il Protocollo di modifica ora firmato sostituirà la dichiarazione d’intenti, con efficacia retroattiva al 1° gennaio 2024. I punti principali della regolamentazione esistente non subiscono pertanto modifiche. «Il Protocollo di modifica entrerà in vigore non appena entrambi i Paesi avranno concluso le procedure interne di approvazione», la chiosa della nota istituzionale. Il nostro Governo, con il ministro Giancarlo Giorgetti, aveva assicurato un’intesa in via definitiva su questa importante partita - dopo le nuove regole d’ingaggio sullo smart working imposte dalla pandemia - entro i primi giorni di giugno.

A stretto giro, è arrivato anche il commento del sindacato ticinese Ocst. «Oggi Italia e Svizzera hanno firmato il Protocollo di modifica dell’accordo che ora dovrà passare al vaglio dei Parlamenti dei due Stati - ha rimarcato il vicesegretario cantonale di Ocst, Andrea Puglia -. Questo iter dovrebbe concludersi in via definitiva entro fine 2025. Sino a quella data resterà in vigore l’accordo amichevole. Nella sostanza, dunque, cambia poco rispetto a prima». Ocst ha infine puntualizzato che «il telelavoro è una possibilità, non un diritto. Pertanto è sempre obbligatorio rispettare quanto previsto dalla policy della propria azienda».

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