Frontalieri, il regalo natalizio. Rinviata la “tassa” per la salute

Confine Regione Lombardia non è in grado di dare corso all’applicazione. Intanto oltre frontiera cresce il fronte contrario al prelievo per la sanità

Calendario alla mano, la dibattuta “tassa sulla salute” non potrà in alcun modo entrare in vigore a partire dal mese di gennaio. E questo perché ad oggi l’iter per l’introduzione del balzello da 110 euro mensili (in media) riservato ai vecchi frontalieri è fermo, anche a fronte delle resistenze dei tre Cantoni interessati - Ticino incluso - a fornire i dati sensibili dei lavoratori. Dunque senza “anagrafe fiscale”, Regione Lombardia al momento non può dar corso all’applicazione della tassa. L’altra soluzione percorribile è quella dell’autocertificazione, relativa ai redditi da lavoro percepiti in Svizzera. Ma al momento l’iter, come rimarcato, è fermo ed alla fine dell’anno mancano meno di quattro settimane.

Il no piemontese

A complicare le cose ci si è messo poi il nuovo “no” della Regione Piemonte, il cui presidente Alberto Cirio ha ribadito la propria volontà di non applicare il contestato balzello. Da capire ora quali saranno le mosse di Palazzo Lombardia, che comunque dovrà perimetrare dentro una norma la riscossione della tassa sulla salute, dizione che la Giunta regionale ha sempre respinto al mittente, definendola un contributo per finanziare la sanità di confine ovvero per arginare l’esodo in Ticino (ma non solo) di medici e infermieri. Peraltro nell’incontro bilaterale dei giorni scorsi il Ticino ha lasciato intendere di non aver fretta nel veder applicato questo balzello, riservato - lo ricordiamo - ai vecchi frontalieri ovvero ai lavoratori occupati oltreconfine prima del 18 luglio 2023. L’altro importante elemento di novità è costituito dall’interrogazione a firma di sei deputati - tre del Partito Liberal Radicale e tre de Il Centro - che hanno chiesto al Governo ticinese di esprimersi sull’argomento, considerato che la tassa andrebbe in aperto contrasto con i dettami contenuti nel nuovo accordo fiscale in vigore dal luglio 2023. È la prima volta che la politica ticinese si occupa in forma ufficiale della tassa sulla salute. Nell’interrogazione - anticipata dal quotidiano ticinese “La Regione” - si legge che «il nuovo contributo somiglia molto ad un’imposta, senza peraltro alcuna prestazione in contropartita». Ecco perché i sei deputati hanno chiesto al Governo cantonale di attivarsi «a tutela della realtà ticinese e nel rispetto della legalità, senza attendere le norme attuative». Peraltro lo stesso consigliere di Stato Christian Vitta a precisa domanda sulla vicenda, al termine degli incontri avuti tra le due delegazioni, ha risposto in maniera molto diplomatica di essere a conoscenza del fatto che «Regione Lombardia vuole applicare questa tassa», senza aggiungere altri dettagli in merito.

Il webinar

Da segnalare infine che la Camera di Commercio di Varese in collaborazione con Cgil, Cisl e Uil ha promosso un webinar per venerdì 13 dicembre alle 17 (va.camcom.it il sito di riferimento per l’iscrizione) proprio per orientarsi dentro il nuovo sistema di tassazione tra Italia e Svizzera, con citazione d’obbligo circa eventuali novità relative alla tassa sulla salute.

© RIPRODUZIONE RISERVATA