Economia / Como città
Giovedì 04 Agosto 2022
Frontalieri in Ticino. Sfiorano i 76mila, in un anno +3,4%
Confine Mai registrati tanti permessi “G” nel Cantone. E fa discutere il boom di assunzioni nel terziario dove i lavoratori residenti in Italia sono oltre 50mila
Non uno, ma ben due primati sono stati raggiunti attraverso i dati dei frontalieri occupati in Ticino al 30 giugno scorso. Il primo riguarda il totale dei permessi “G”, che si è attestato - come da previsioni - sopra quota 75 mila, chiudendo il trimestre a 75.795, vale a dire il 3,4% in più rispetto allo stesso periodo del 2021 (solo a fine maggio, lo scorso anno, la Svizzera si era lasciata alle spalle le pesanti restrizioni disposte da Berna) e l’1,3% in più rispetto al trimestre precedente. Un dato che sicuramente si presta a interpretazioni diverse, considerato che per molti addetti ai lavori i permessi “G” attivi sarebbero molti meno, considerata la forbice pari a sei mesi per annullare il permesso. Certo è che il “muro” dei 75 mila frontalieri è stato superato di slancio, mettendo già nel mirino (almeno secondo l’Udc ticinese) quota 80 mila.
Il secondo record riguarda il Terziario, il settore che ha alimentato il maggior numero di polemiche in questi anni per lo spazio dato ai permessi “G”. Ebbene nel secondo trimestre dell’anno, in base ai numeri diffusi dall’Ufficio di Statistica cantonale (a corredo del report federale), i frontalieri impiegati nel Terziario ticinese hanno superato quota 50 mila, chiudendo il trimestre a 50.406. E questo dà l’esatta dimensione di quanto i nostri lavoratori siano richiesti in questo determinante segmento dell’economia ticinese.
Il report dell’Ufficio di Statistica cantonale ha messo in evidenza anche un altro aspetto, che di sicuro non mancherà di alimentare (nuovamente) il dibattito lungo la linea di confine, considerato che nel secondo trimestre dell’anno sono aumentati in modo importante i frontalieri impiegati nella ristorazione e nell’hotellerie ticinese, passati dai 4.094 del secondo trimestre 2021 - dopo le incertezze legate alla chiusura forzata di bar e ristoranti - ai 4.467 di quest’ultimo trimestre, dopo che il 2021 si era chiuso con 3.972 permessi “G” attivi in questo segmento. Il dato citato poc’anzi (ovvero 4.467 frontalieri attivi nella ristorazione e nell’hotellerie ticinese) conferma che il Ticino e in generale la Svizzera (all’appello qui manca il dato dei Grigioni) rappresentano un antagonista praticamente impossibile da battere quanto ad offerte di lavoro per bar, ristoranti e alberghi, nonostante il boom turistico che sta interessando il nostro lago, con annessa richiesta continua di personale.
La stagione
Al 30 giugno scorso i frontalieri occupati in Svizzera erano complessivamente 369.728, con una progressione dell’1,3% su base trimestrale, gran parte della quale dovuta alla stagione estiva che ha portato in dote un po’ in tutti i Cantoni nuovi posti di lavoro. Il Terziario ha giganteggiato non solo in Ticino, ma anche nel resto della Confederazione, dando lavoro nel secondo trimestre dell’anno a 250.997 frontalieri, con una progressione su base trimestrale dell’1,4%. Sempre in tema di percentuali, i frontalieri francesi sono stati quelli che - su base trimestrale - hanno fatto registrare la progressione maggiore, attestandosi al 30 giugno a quota 206.575 (+1,7%). A seguire ci sono poi i frontalieri italiani, che al 30 giugno erano 87.390 (+1.2%).
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