Economia / Como città
Sabato 06 Giugno 2020
Frontiere riaperte
dal 15 giugno
E in Ticino riparte tutto
In Svizzera l’annuncio ieri mattina a livello federale nonostante le perplessità diffuse soprattutto nel Cantone di lingua italiana. E da oggi oltreconfine ok agli eventi sino a 300 persone
È stato proprio l’agguerrito ministro della Giustizia, Karin Keller Sutter - la stessa che aveva bollato come “unilaterale” la decisione del Governo italiano di riaprire le frontiere dal 3 giugno - ad annunciare a sorpresa nel primo pomeriggio di ieri «la revoca delle restrizioni d’entrata nei confronti degli Stati dell’Unione Europea, ai Paesi Aels (il Principato del Liechtestein quello più vicino a noi) e il Regno Unito a partire dal 15 giugno». Il che significa - per dirla alle latitudini comasche - via libera ai turisti della spesa provenienti dal Ticino, ma anche dal Canton Uri e porte aperte al pieno di carburante oltreconfine.
L’Italia di fatto era l’unico Paese che mancava all’appello tra quelli legati a doppio filo con la Svizzera (Austria, Germania e Francia). «La strategia del Consiglio federale - ha fatto sapere Berna - è in linea con quella di molti Paesi europei». Tre i Dipartimenti federali rossocrociati coinvolti nella decisione: Interno, Finanze e Affari Esteri. Eppure si è trattato di un via libera tutt’altro che scontato, considerato che il Ticino avrebbe preferito un po’ di agio prima del “liberi tutti” alla luce di due fattori: il numero sempre elevato di contagi (rispetto ai dati ticinesi) in Lombardia e la possibilità di allungare la chiusura (come deciso da Berna) sino al 6 luglio, con il favore soprattutto dei grandi gruppi di commercio al dettaglio. «A maggio ci eravamo dati due obiettivi per i territori di confine con la Svizzera: via ai ricongiungimenti familiari dal 3 giugno e apertura totale delle frontiere dal 15 giugno - ha affermato il senatore varesino del Pd, Alessandro Alfieri -. Senza grandi proclami, ma lavorando con serietà li abbiamo raggiunti entrambi. Il Governo ha mantenuto gli impegni con i territori di frontiera in questo momento così delicato».
Dunque le lancette dell’orologio - in ossequio alla precisione tutta rossocrociata - dal 15 giugno torneranno indietro di 110 giorni, al pre-lockdown. Tra chi vede nella riapertura delle frontiere il bicchiere mezzo pieno c’è Svizzera Turismo, nonostante l’anno rimarrà particolarmente complesso sotto vari aspetti. Da oggi, nel frattempo, in Ticino e in Svizzera scatta una nuova fase relativa ad un ulteriore allentamento su larga scala dei provvedimenti (restrittivi) in essere. In pratica nella vicina Confederazione riaprirà tutto o quasi il che significa «tutte le attività ricreative e di intrattenimento e le attrazioni turistiche», ma anche «tutte le scuole (superiori, professionali e universitarie, con numerosi studenti comaschi in attesa da giorni dell’annuncio)» e con esse «cinema, teatri, campeggi, zoo, orti botanici e piscine», senza dimenticare «gli impianti di risalita». Per quanto concerne le discoteche potranno accedervi un massimo di 300 persone, con annesso tracciamento delle presenze e chiusura fissata a mezzanotte. Potranno riprendere anche gli allenamenti di qualsiasi sport, mentre restano vietate le competizioni sportive con contatto fisico. Da ricordare che la prima fase delle riaperture è iniziata in Svizzera già il 27 aprile, con la vicina Lombardia ancora in piena emergenza contagi. Berna ha rinnovato ieri l’invito «a usare la mascherina protettiva se non è possibile tenersi a distanza».
Da segnalare infine l’emendamento al Decreto Rilancio presentato - in Commissione Bilancio - dal Partito Democratico «a tutela dei lavoratori frontalieri italiani che non risultano già coperti da forme di protezione sanitaria ed economica previsti dalla legge o da contratti di lavoro individuali e collettivi applicati al Paese estero, affidando all’Inps l’erogazione delle misure necessarie». «Un emendamento che vuol garantire un’equità di trattamento a tutti i frontalieri duramente colpiti dalla pandemia da Covid-19», le parole della deputata dem comasca Chiara Braga.
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